Premessa
Questo è il secondo volume che ho realizzato con l’idea di raccogliere i saggi e gli articoli da me pubblicati sulle tante riviste e testate giornalistiche nel corso della mia attività. Il primo, già pubblicato, si intitola: Miscellanea – esercitazioni di un percorso giornalistico (1984-1988). Questo nuovo, che intitolerò Saggi e articoli vari, raccoglie i miei lavori del periodo che va dal 1986 al 2008.
Il leitmotiv che mi ha incoraggiato a realizzarlo è racchiuso in un concetto espresso dalla scrittrice e drammaturga ungherese naturalizzata Svizzera Ágota Kristóf, che così scriveva: “Sono convinta che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient’altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia.”. Naturalmente, nel mio caso, questa non è questa l’unica lettura: potrebbe essere velleitario, dato che si tratta solo di articoli stantii.
Il motivo più autentico è che desideravo ripercorrere sentieri attraversati quando ero più giovane, baldanzoso e tanto pieno di entusiasmo. Magari nella recondita speranza di riassaporare certe antiche emozioni che questi lavori mi avevano procurato a suo tempo: il piacevole sapore dei ricordi di quei fatti e di quei personaggi, dell’opportunità di conoscere e frequentare uomini di cultura, intellettuali seri che mi hanno onorato della loro amicizia e che mi hanno insegnato tante cose, tra questi i direttori di testata; in particolare, di quelle che hanno ospitato i miei articoli. Il nostalgico ricordo di coloro che mi hanno incoraggiato e dato fiducia, con i quali ho intrattenuto rapporti non solo culturali e professionali ma anche di amicizia. Molti di loro, purtroppo, non ci sono più, così come non ci sono più anche le testate dei giornali sopra citati, ahimè: panta rei… Per farla breve, per me tutto ciò rappresenta più che altro un dolce amarcord. Tornando al libro: provo a descrivere come è composto. Inizia con quattro saggi su tre autori che interagiscono tra il XIX e il XX secolo, diversi tra loro ma uniti dal fil rouge dell’aver praticato il giornalismo. Il primo e su Matilde Serao, scrittrice e giornalista italiana – la prima donna italiana ad aver fondato e diretto quotidiani come Il Corriere di Roma, Il Mattino e Il Giorno, il secondo è su Elio Vittorini, scrittore, traduttore e giornalista, fondatore della rivista di politica e cultura Politecnico, il terzo e il quarto sono su Charles Baudelaire, il poeta maledetto – come è stato definito dalla critica, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, filosofo. Questi quattro saggi mi sono stati pubblicati a suo tempo da due riviste letterarie importanti: il primo su Prometeo, trimestrale di cultura letteraria fondata e diretta negli anni Settanta, dai professori Mario Rappazzo – docente, scrittore, poeta e giornalista – e Vincenzo Mascaro; gli altri tre sulla rassegna di varia cultura la Procellaria, fondata negli anni Cinquanta e diretta dal prof. Francesco Fiumara – docente, poeta, scrittore e giornalista e anche convinto meridionalista oltre ad essere un apprezzato studioso di Giuseppe Mazzini. Due grandi direttori oltre che uomini di lettere. Seguono sette articoli: tre su Cesare Pavese, pubblicati sul mensile edito dal CEPAM Gli amici del moscato, diretto egregiamente dal prof. Luigi Gatti, recentemente scomparso, studioso di Pavese e storico animatore del CEPAM, sito nella casa natale-museo di Cesare Pavese, a Santo Stefano Belbo, gli altri quattro sulla rivista bimestrale il Galeone diretta da Gianni Ruta, eccellente direttore editoriale e grande organizzatore di premi nazionali letterari che comprendono: un articolo sulla scomparsa del grande artista Renato Guttuso, e uno sulla venuta di papa Karol Józef Wojtyła a Messina in occasione della canonizzazione della Beata Eustochia Calafato, a seguire, un’intervista al presidente dell’ente nazionale di cultura e sport AICS e in fine un articolo sulla conclusione della VI edizione del premio nazionale di poesia e narrativa Città del Peloro.
Gli articoli successivi sono, uno su storia, economia e finanza, pubblicato nel numero zero, e purtroppo anche unico, di Pagine, un periodico di politica, economia, costume e società diretto dal prof. Bruno Villari – giornale per il quale io e tanti altri amici e colleghi ci siamo spesi per diversi mesi al fine di consentirne l’ottimizzazione e la realizzazione. La testata, poi, non ebbe futuro a causa di problemi economici.
Seguono sei recensioni librarie: la prima su un pamphlet di due racconti e qualche frammento dal titolo “Attimi di uomo” di Antonio Prestifilippo, edizione Samperi, Messina, pubblicato sul Gazzettino Siciliano, diretto da Domenico Femminò, l’autore, allora giovane giornalista, è oggi responsabile della pagina culturale del quotidiano La Gazzetta del Sud di Messina e Reggio Calabria. L’altra recensione riguarda la poesia dialettale satirica di Mico della Boccetta, al secolo Domenico Borgia, compositore prolifico che ha pubblicato oltre duemila poesie sui vari giornali di Messina, dal Soldo a Parentesi e a Centonove, la terza recensione è su un saggio di un inedito Corrado Alvaro critico cinematografico, curato da Gaetano Briguglio e Giovanni Scarfò per la Rubbettino editrice, pubblicata dalla rivista Prometeo; le ultime tre recensioni sono relative una al saggio Il mondo biologico in Myricae di Giovanni Pascoli, editrice Parentesi, del professore emerito Antonino Ioli – direttore del dipartimento di Parassitologia medica dell’Università di Messina, distintissimo scrittore e umanista, un’altra al romanzo Addio ‘900, di Geri Villaroel, Rubbettino editore, pubblicata su Peloro 2000, diretta anche questa da Domenico Femminò e un’ultima recensione sul preziosissimo saggio del Prof. Fortunato Pergolizzi, intitolato “Antonello oltre il visibile” edito dall’Editrice Parentesi, pubblicato dal mensile “Peloro2000”
Concludono il sommario cinque editoriali e quattro reportage apparsi su un periodico mensile edito dalla Klaim di Messina dal nome romantico Moleschin, un nome che si richiamava al famoso taccuino che aveva viaggiato nello zaino e nelle tasche di Hemingway, Picasso, Van Gogh, Matisse. Questo periodico è stato diretto da me per circa un anno; ne furono pubblicati solo sei numeri nei quali sono presenti quattro editoriali e quattro reportage di viaggi da me realizzati in quell’anno. Il primo servizio fu realizzato in un paese Nebroideo della provincia di Messina, Alcara Li Fusi; (anche se era già stato precedentemente pubblicato da Peloro 2000) Il secondo sulla capitale europea della cultura Turchia, Istanbul; a seguire, un reportage sulle capitali imperiali del Marocco e l’ultimo su New York, considerata la capitale dei contrasti.
Concludo questo excursus dettagliato degli argomenti trattati in questo volume di circa centosessanta pagine dedicandolo con sincera gratitudine e affetto a quei forse quindici lettori che avranno avuto la curiosità, la pazienza e la generosità di leggermi.