Il 24 settembre, il Prof. Gaetano Briguglio avrebbe compiuto 80 anni, ma ci ha prematuramente lasciato il 22 maggio 2010, stroncato da una grave malattia. Nato a Gallico di Reggio Calabria il 24 settembre 1943 da genitori messinesi, Briguglio si laureò in Filosofia a Messina alla fine degli anni ’60 con il massimo dei voti e la lode accademica, presentando una tesi in storia medievale. Durante il suo percorso di studi universitari, ebbe il privilegio di essere allievo di filosofi di grande spessore, tra cui Galvano della Volpe, Nicolao Merker e Luigi Maria Lombardi Satriani; di quest’ultimo fu anche amico.
Per oltre trent’anni, fu docente di storia e filosofia presso il Liceo “Ivo Oliveti” di Locri, dove lasciò un segno indelebile di idee e valori in migliaia di studenti che negli anni si sono avvicendati. Non fu solo un insegnante di filosofia, ma anche un maestro di vita. I suoi allievi lo ricordano con immenso affetto, sottolineando alcune delle sue peculiarità e la sua capacità di trasmettere loro non solo le basi e i valori della filosofia, ma anche quelli della vita. Li esortava ad affrontare le loro scelte, qualunque esse fossero, con passione e curiosità. Le sue lezioni erano così interessanti che persino i suoi silenzi avevano un impatto profondo, poiché possedeva la rara abilità di comprendere la personalità dei suoi studenti con un semplice sguardo.
Oltre all’insegnamento, Briguglio fu uno scrittore, critico cinematografico e teatrale. I suoi saggi pubblicati spaziavano dalla filosofia all’antropologia e alla sociologia. Nel 1973, pubblicò un libro di denuncia intitolato “Il Carcere militare in Italia,” con una prefazione di Roberto Cicciomessere, un intellettuale radicale impegnato nelle lotte civili dell’epoca. Dal 1980 al 1990, fu redattore della rivista “Filorosso,” dove curò rubriche di informazione e critica cinematografica, intervistando importanti registi italiani come Nanni Loy, Carlo Lizzani ed Ettore Scola. Nel 1984, collaborò con il regista Giovanni Scarfò per scrivere il saggio “Corrado Alvaro Al Cinema,” con un’introduzione di Callisto Cosulich. Inoltre, scrisse recensioni per la rivista Parentesi di Messina.
Tra il 1995 e il 1998, Gaetano Briguglio curò adattamenti teatrali di opere di autori come Aristofane, Menandro e Luciano per il teatro scolastico. Nel 1995, scrisse il saggio “Gianni Amelio, Mediterranea director,” pubblicato in un volume in lingua inglese intitolato “Mediterranean Peoples and Commonwealth Nations. Connexions and Relationships.” Nel 2000, fu relatore presso il foyer del Teatro “Vittorio Emanuele di Messina, del libro postumo di Fortunato Pergolizzi intitolato “I Rebelli e Disgraziati del re,” Diario di una rivolta, pubblicato dalle Edizioni Parentesi di Messina.
Nel 2009, Briguglio collaborò alla sceneggiatura di un interessante mediometraggio documentario intitolato “Memorie Incantate.” Questo lavoro fu il risultato di un percorso di laboratorio diretto da Antonio Ciano, ambientato nella Locride, e si ispirò al libro di Giuseppe Pellegrino intitolato “La legge è uguale per tutti.” Il documentario affrontò il tema dell’attualità del pensiero di Zaleuco, un grande legislatore locrese vissuto tra il 663 e il 662 a.C., autore del primo codice di leggi scritte del mondo occidentale.
Il Prof. Briguglio fu un convinto meridionalista e svolse un ruolo significativo nell’ambito culturale e sociale calabrese, tenendo centinaia di conferenze. Fu considerato uno dei principali divulgatori delle opere di scrittori calabresi, in particolare di Mario La Cava, di cui fu amico. Fino all’ultimo giorno lavorò alla cura di un saggio a lui dedicato, intitolato “Corrispondenze dal Sud Italia,” una raccolta di scritti giornalistici che coprono l’arco di tempo dal 1953 al 1956, periodo in cui fu più viva la questione meridionale. Lo scrittore La Cava volle dimostrare all’intero paese che i meridionali non erano soltanto braccia da lavoro, ma capaci di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita e di civilizzazione non solo delle loro terre, ma dell’intera nazione. Il libro fu pubblicato dall’editrice “Città del Sole” nel 2010, e presentato nell’importante aula magna dell’Università di Messina il 9 dicembre dello stesso anno, con relatori il critico letterario Prof. Pasquino Crupi e il Professor Giuseppe Rando, Ordinario di letteratura italiana, seguiti dagli interventi del Professor Antonino Ioli e del Prof. Antonio Enrico Di Rosa, e Carmelo Romeo, dell’ateneo peloritano.
Nel 2011, furono pubblicati postumi alcuni dei suoi scritti sparsi raccolti con il titolo “Il secondo tempo,” sempre edito da “Città del Sole” a cura di Graziella Russo. Quest’ultima sottolinea come Gaetano abbia continuato a scrivere con lucidità fino all’ultimo giorno, a pensare e amare come solo lui sapeva fare, senza concedere giorni e ore al male che affrontava. Inoltre, sottolinea che la malattia non lo ha reso malinconico, e il dolore non è diventato mal di vivere. C’è stata coerenza e continuità anche in questa fase.
Infatti, in questi ultimi due anni, nonostante la malattia, ha continuato a dedicarsi allo studio, a conferenze e relazioni. È quasi incredibile che abbia potuto lavorare così intensamente nonostante tutto. Non è mai stato però un tuttologo o un enciclopedico illuminista. Sapeva mettere la cultura al servizio della comunità, ma lo faceva con una saggezza spontanea, mai supponente. Si dava perché questo era il suo modo di essere: aperto, positivo, problematico ma non diffidente, generoso ma non ingenuo, altruista e timido al tempo stesso, serio e ironico quanto bastava per dare un’idea positiva della vita. Non è mai venuto meno (anche in forme sempre diverse e nuove) il suo impegno a dare diretta testimonianza politica, sindacale e culturale dell’interesse e dell’amore per il Sud.
Concludiamo sostenendo che fu un uomo di grande impegno e contributo alla cultura e all’educazione. La sua eredità vive nei cuori di quanti ebbero l’onore e il piacere di conoscerlo.
F.F.C.B