Dopo essere stata a casa di Oreste Macri Alessandro Parronchi e Piero Bigongiari, quando finalmente andai a casa Bilenchi , un puzzle d’affetti e d’amicizie si ricompose attraverso i quadri dei Macchiaioli e straripante fu la mia gioia.
Ci andai tantissimi anni fa con Mario a cui non avevo mai osato chiedere di farmi conoscere il suo carissimo amico e scrittore che mi aveva tanto appassionato con Amici. Bilenchi mi guardò coi suoi profondi occhioni e mi ordinò di leggergli l’ultima cosa che avevo scritto. Poi mi fece promettere che se un giorno qualcuno avesse pubblicato le mie poesie ci doveva essere una presentazione di Luzi.
Blue-jay e quadrifogli è una storia d’amore che s’interseca con luoghi e incontri che hanno segnato la mia vita. Alcune scritte tra il 1986 ed il 1988, le altre prima e dopo. Sette sono i blue-jay che di getto furono semi acquerellati in cartoncini particolari acquistati ad Hartford, regalati tutti ad amici e conoscenti. Uno fu donato al Rettore dell’Università di Siena, Berlinguer in ricordo della visita del gemellaggio con la University of Massachussetts. Tante le poesie qui raccolte scritte ad Amherst, cittadina della valle dei pionieri sede della University of Massachussetts e di Amherst College. Abitando a pochi passi dalla casa di Emily Dickinson, era per me una piacevole abitudine trascorrere momenti di pausa nel giardino tanto amato dalla poetessa. Riflettevo sull’amore e sulla poesia immaginando di girovagare tra quelle stanze in cui mi era vietata l’entrata. Della casa, appartenente ad Amherst College e dimora di un docente dell’ateneo, si possono visitare solo alcune stanze e solo durante l’orario stabilito. Nel giardino di quella casa ho tradotto diverse poesie della Dickinson, poi apparse su qualche rivista. Gli affetti presenti tra due vulcani lontani racchiudono la gioia scaturita dalla natura stupenda e l’incanto di piccole quotidiane tenerezze e si associano a ricordi lontani e recenti ma importanti, come “il milkman” e “Canto d’amore a Panarea”.
Un sentito fraterno ringraziamento all’amico Filippo Briguglio che per anni mi ha incoraggiata a fare una silloge delle mie poesie.
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Lettera di presentazione del grande poeta Mario Luzi, al libro di poesie “Blue- Jay e Quadrifogli” di Teresa Lazzaro
21 Agosto 2004
Cara Teresa,
Ho potuto finalmente e in pace, con la dovuta concentrazione di svolgere la matassa dei tuoi versi. Ci voleva questa condizione di libertà attenta e irrelata: le tue poesie non si possono leggere come le altre. Il bello è che danno molto, non esigono niente, ma coinvolgono la vitalità cordiale e l’mmaginazione sensuale e affettiva dei tuoi lettori e devono per questo trovare in essi lo spazio e la vacanza per agire al meglio, con la scioltezza e la mobilità che ti sono propri.
Mi pare di essere nel giusto stato di apertura e di ricettività, dunque. E le tue poesie mi portano dentro i tuoi affetti, mi ci portano insieme con la temperatura che ebbero nella tua vita di studio, di raccoglimento, di incontri, ma anche di esili e dislocazioni. Non solo evocate, le circostanze, ma fatte vivere e accadere e messe a disposizione, per così dire, di chi ti legge e ti accompagna idealmente nel tuo cammino.
La tua affabilità fiduciosa opera questo insolito connubio tra la testimonianza di te e della tua vicenda con la ricerca del senso di essa che tu affidi anche ai tuoi lettori, alla loro partecipazione.
Mi piacciono soprattutto codesti momenti è e sono i più frequenti nel tuo canzoniere- dove tu, anziché arroccarti in una conclusione, lasci la porta aperta alla libera interlocuzione mentale degli altri che si immedesimano con te. Questo lo ritengo un risultato importante, un acquisto di spessore umano e poetico a cui hanno contribuito, oltre alla tua gentile natura e mitezza d’animo, anche la seduzione del visibile che appare e traspare tra le tue parole e la mutevolezza dello scenario. In cui vanno e vengono, s’incidono significativamente volti e paesaggi ne hai da fissare nel loro essere e nel loro essere stati in questo universo che frattanto continua per te nella sua meraviglia e nella sua grata affezione.
E va bene, Teresa, Solo un quadrifoglio di primavera
ho trattenuto
dal mio vagabondare in USA
così che un giorno
io vi possa incidere
che a squarciagola
cantarono per me i blue-jay
che verde era
il bosco dove passai io.
Quel quadrifoglio li significa bene e delicatamente il presente e il futuro. Che io auguro vivo e fervido per te e per la tua poesia.
Un abbraccio Mario Luzi
“Parentesi” 12 Maggio 2005