Associazione Culturale Parentesi

Fondata a Messina nel 1989.- “Parentesi” Rivista bimestrale di politica, economia, cultura e attualità diretto da Filippo Briguglio. Reg. Trib di Messina 18/02/1989. Iscritto nel Registro Nazionale della Stampa con n°3127 Legge 5881 n° 416.

“parentesi” si tratta di un libro spiritosissimo quello dell’ aspirante attrice messinese : Patrizia Corbani

“SPARLANDO DI LEI”
di Filippo Briguglio

E’ il titolo provocatorio che Patrizia Corbani, attrice messinese, ha provvisoriamente scelto per un copione di storie di vita vissuta in prima persona, carico di autoironia, scritto in collaborazione con l’amica Alida Castagna, in corso di pubblicazione, che l’autrice vorrebbe portare in scena nei teatri italiani.

Trentuno quadretti autobiografici di storie, storielle, episodi dell’adolescenza, della giovinezza, della maturità rispolverati e rivisitati sul filo della memoria. I ricordi di bravate di ragazzina, il rapporto con la famiglia, il travagliato iter di storie sentimentali dalle alterne fortune, l’approccio con il mondo dell’arte: una miscellanea nella quale, dal comportamento e dalle parole degli altri coprotagonisti delle sue storie, emerge in realtà una sola protagonista: lei, Patrizia Corbani.
Flash ricostruiti con verve e garbata autoironia, coloriti anche da aspetti fantasiosi, per parlare di sé rappresentandosi con le parole degli altri. Perché quest’idea rivestita, peraltro, di un titolo quantomeno curioso?
Sparlare è lessicalmente inteso come un modo malevolo o calunnioso di parlare male di qualcuno. Considerato nella sua oggettività può anche non suscitare particolare attenzione o, al limite, non andare oltre una superficiale curiosità o il pettegolezzo.
Interessante può diventare, invece, la sua soggettivazione.
Soprattutto quando ad attuarla è una donna che ne fa lo strumento per “parlare di sé” attraverso lo “sparlare” degli altri.
Uno “sparlare” che però, nella fattispecie, non ha nulla di malevolo o calunnioso, ma è usato come mezzo per tratteggiare aspetti della propria personalità senza abbandonarsi al protagonismo.
Patrizia diventa così la vivace ragazza che per una burlesca quanto inedita espressione (“cazzi in pentola”) scritta per gioco sul diario di scuola innesca tutta una bagarre di reazioni di perbenismo (la presa di posizione del preside, l’autoritarismo della famiglia) che passano sulla sua testa di ragazzina vivace ma compressa da un’educazione borghese sino a stemperarsi, alla fine, nella curiosa dubbiosità della madre (“cosa saranno mai cazzi in pentola”); oppure la figlia di cui esprimersi con orgoglio e soddisfazione ancestrali parlandone con gli “estranei” per poi “rientrare” in rimbrotti e brontolii esternati tra le mura domestiche incontrollabilmente dettati dall’incapacità di capire fino in fondo la scelta di un indirizzo di vita che, nonostante tutto, si realizza troppo lentamente; o l’innamorata lasciata e delusa dagli egoistici comportamenti maschili descritti in modo originale attraverso simpatiche figurazioni; ed ancora le disavventure quasi “fantozziane” dei primi approcci con il crudo mondo dello spettacolo; e via di seguito.
Ma chi è Patrizia Corbani?
Occhi castani, capelli castano scuro con riflessi ramati lunghi e ondulati, altezza 1,70, una bellezza tipicamente mediterranea, una parlantina sciolta e convinta: un tipo che, in mezzo agli altri, non passa certo inosservato, ma che nella vita di tutti i giorni, quando non si rappresenta, rientra in un cliché quasi anonimo.
Chi la incontra per la prima volta resta particolarmente colpito dalla sua forma di comunicatività, molto dirompente, sicuramente esuberante di persona che vuole polarizzare immediatamente l’attenzione su di sé. Pur essendo messinese, il suo modo di parlare non ha inflessione sicula (anzi talvolta indugia compiaciuta in un accento romanesco di maniera), la dizione è accurata, una proprietà di linguaggio frutto di studi classici conclusi brillantemente, una apparente spregiudicatezza e un modo di fare al limite del grintoso, baluardo ad una tipica educazione borghese e ad eventuali attacchi esterni alla sua emotività.
La sua passione è il teatro. Una passione che coltiva sin da ragazzina e che, raggiunta la maggiore età, anche i genitori, capitolando davanti all’ostinazione della loro unica figlia, assecondano.
E le danno la possibilità di frequentare a Messina (“Progetto Attore”, Corso di dizione, recitazione, drammatizzazione, e presenza dell’attore organizzato dal Teatro Libero di Messina, diretto da Giuseppe Luciani, Gianni Fortunato Pisani, Margherita Smedile, Donatella Venuti) ma soprattutto fuori Messina tutta una serie di seminari e stage di recitazione.
Invero l’impatto di Patrizia Corbani con il pubblico inizia nel 1981, a Messina, via etere nelle vesti di presentatrice di programmi musicali presso “Radio Onda Giovane”.
Successivamente partecipa nell’87 e nell’88 ai Corsi pratici di recitazione organizzati dalla Scuola Laboratorio Internazionale dell’Attore di Firenze, diretti da Paolo Coccheri, ed Esperienze di animazione nelle scuole cittadine e nell’ambito della VII Edizione dell’Atelier Internazionale sulla Maschera Teatrale, organizzato dalla stessa scuola, ai corsi su “il Training; e autogeno e l’attore” diretto da Biancangela Fabbri, “La Maschera” diretto da Orazio Costa, “Maschere in coro” diretto da Francesco Gigliotti, “La Maschera del comico” diretto da Mario Cavallero.
Frequenta il corso della Scuola di Dizione e Recitazione del teatro Calabria diretta da Rodolfo Chirico e nel 1989 approda a Roma.
Qui frequenta lo “Studio Fersen”, Scuola Internazionale di Teatro; il seminario “Il biodramma” diretto da Lorenzo Ostuni presso il circolo “Caverna di Platone”; il seminario di recitazione condotto da Dominic de Fazio, collaboratore di Lee Strasberg, moderatore e membro vitalizio dell’Actor’s Studio di New York; ed ultimamente la scuola di recitazione “Arces” diretta da Enzo Garinei. Partecipa allo spettacolo teatrale “M” di Woody Allen presentato al Teatro Romolo Valli di Messina, nel 1989, dal teatro Universitario con la regia di Giovanni Moschella e quindi ai film “Il viaggio” di Markus Imo of, “Giochi di società” di Nanny Loy, “Cane sciolto” di Giorgio capitani, “Requiem per voce e pianoforte” di Tommaso Sherman ed ai work –shop “Psyche e metapsyche fra le antiche mura – Viaggi mentali, immersioni extrasensoriali, stati insoliti di coscienza nei castelli di Roma e Provincia” condotti da Lorenzo Ostuni.
Un buon tirocinio, dunque, e molti studi testimonianza di una volontà di recitare pari all’impegno che la Corbani mette in qualsiasi pensiero esprima sotto forma di recitazione, con molta convinzione e con quella spocchia d’attrice che le deriva dalla caparbietà con cui insegue e persegue il suo obiettivo.
Ecco allora che le “pieces”, pensate e condensate in “Sparlando di lei”, confezionate, accentuandole con una descrittività intensa e colorita, come racconti di normali episodi di vita vissuta in prima persona, se da un lato incuriosiscono e attraggono proprio perché in fondo potrebbero benissimo rappresentare il vissuto quotidiano di qualsiasi donna e l’eterogeneità dell’eterno femminino, in realtà sono dei veri e propri ritratti interiori: un garbato escamotage di Patrizia Corbani che le consente di superare la barriera di una innata latente timidezza e, quindi, di rappresentarsi brillantemente e con brio attraverso quello che gli altri dicono di lei.
Ed allora… “su il sipario!”

Filippo Briguglio

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2)
Anno V n.21
Aprile- maggio 1993

Il Presidente

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