di Marco Mila
Una biografia non è mai qualcosa di facile da scrivere, meno che mai quando il personaggio di cui si vuole narrare il vissuto risulta essere un proprio familiare.
La biografia di Gaetano Briguglio non è solo una mera ricostruzione letteraria di una vita meritevole di menzione, ma è un vero e proprio attestato di stima da parte della voce narrante: Filippo Briguglio, affezionato fratello. E naturalmente la memoria della vita di Gaetano Briguglio si fonde con i ricordi di Filippo, ricordi carichi di amore, stima e gratitudine.L’autore non ci racconta quindi solo la storia di un indubitabile grande uomo di cultura, ma la vita di un uomo “comune”. Con i grandi pensatori, con i personaggi politici piuttosto che con quelli noti di cinema e teatro, a volte si può correre il rischio di scrivere mitizzando il soggetto di cui si narra. Questa mitizzazione allontana di qualche spanna da terra il protagonista della biografia, che si ritrova – volente, nolente – ogni tanto a non essere alla portata di tutti; si crea così una distanza tra lui e il lettore. Ciò non avviene in Mio fratello Gaetano, proprio grazie al sentimento narrativo di Filippo Briguglio che nel tributare la memoria di Gaetano regala squarci di quotidianità di rara bellezza, tratteggiando soprattutto l’uomo intellettuale, donandolo al lettore in tutte le sue sfaccettature che non sono mai monocromatiche. Questa scelta narrativa fa affezionare il lettore stesso che, nel corso della storia, sentirà quasi di aver prima conosciuto e poi perso un grande amico da cui si poteva solo imparare qualcosa.
Chi ha avuto il privilegio di conoscere il professor Briguglio, infatti, non può fare a meno di rilasciare dichiarazioni cariche di ammirazione e rispetto profondo per la vita di un uomo dedito agli altri, il cui modo di porsi, sempre rispettoso ed estremamente delicato, lo ha reso una figura di rilievo. Da subito Filippo Briguglio ci fa capire di che “pasta” sia fatto suo fratello che già da adolescente pensa a risparmiare i soldi della paghetta per acquistare libri:
«Mi faceva camminare tanto, per chilometri, per risparmiare i soldi del biglietto dell’autobus, poi, quando vedeva che ero stremato, mi caricava sulle sue spalle. Io, piccolo non pagavo né sull’autobus né al cinema, ma la mamma gli dava i soldi per entrambi. Lui con i denari risparmiati si comprava i libri tascabili della BUR, che costavano quanto un biglietto, sessanta lire, alcuni cinquanta. La sua stanza era, infatti, piena di questi libretti che lui, dopo aver letto, accatastava per terra.»
Un amore per la cultura, per il sapere che lo fa subito notare agli occhi di tanti suoi insegnanti i quali non possono fare a meno di constatare la predisposizione di questo ragazzo agli studi.
L’autore, con delicatezza ed estrema tenerezza, ci narra quindi non solo del Gaetano intellettuale ma ci porge la storia di un’infanzia dolce e intensa, fatta di momenti unici che restano scolpiti nella memoria del cuore. Un fratello sempre presente che con il suo modo di pensare e di agire diventa modello da emulare.
Ciò che colpisce è l’intensità dei momenti vissuti assieme, momenti fatti di gioco, piccoli scherzi a danno dei fratellini più piccoli che pendevano dalle labbra di questo fratello maggiore, tanto saggio e carismatico:
«Spesso si concedeva a noi, fratelli più piccoli, e ci faceva giocare a modo suo. Si divertiva, per esempio, a raccontarci a turno, prima con Graziella, poi con me e in ultimo con Mariuccia, che la nostra ultima sorella non era figlia della nostra mamma, che era stata adottata, ma che tutti noi le volevamo bene lo stesso. Lo faceva per gioco, e Graziella ed io che avevamo subito lo scherzo prima, gli tenevamo il bordone ai danni della più piccola di turno, per procurarle il pianto. Un gioco forse un po’ cattivo, ma che raggiunto lo scopo, coinvolgeva noi bambini in un momento di allegria e risate.»
In questo percorso di vita, Filippo Briguglio ci mostra l’impegno di Gaetano atto a migliorare non solo se stesso, il suo pensiero, la sua formazione, ma anche una costante dedizione verso gli altri che siano i suoi più stretti familiari, gli amici, i colleghi, i suoi amati alunni del Liceo Classico in cui insegnava.
«Gaetano non era molto cambiato. Come in passato, quando si concedeva a qualcuno, lo faceva sempre senza risparmiarsi, entusiasmandosi per le cose che faceva e trasmettendo agli altri la stessa emozione e la stessa vitalità.»
Equilibrio, coerenza, lucidità di pensiero e chiarezza di idee sono solo alcuni degli aggettivi che permettono di descrivere il Briguglio: filosofo, saggista, critico cinematografico e teatrale, ma anche politico. Un uomo poliedrico e dinamico che si batte per gli ideali in cui crede fermamente e che mai impone il suo pensiero, ma sempre, con estrema armonia, porge il suo sapere al suo uditorio tramite iniziative culturali e le diverse pubblicazioni che portano la sua firma.
Un uomo coraggioso, come ce lo descrive Filippo, un uomo che non si fa piegare nemmeno dalla più crudele delle malattie, un uomo che continua a vivere nel ricordo di chi lo ha conosciuto, nelle innumerevoli parole cariche di ammirazione e nostalgia di quanti hanno lavorato a stretto contatto con il professor Briguglio.
In questa biografia densa di emozioni ci troviamo così a percorrere la storia di una vita meritevole, carica di umanità, di impegno civile e politico, di studi di ricerca volti alla divulgazione culturale. Una vita da cui prendere esempio e ispirazione
Marco Mila
(Giornalista e saggista)