di Felice Irrera
Recensione:
Centonove – 25 Ottobre 2002
Davvero opportuna la quarta edizione, dell’Editrice parentesi, che ne ha rinnovato la veste tipografica, togliendo note e schede di esercitazioni didattiche presenti nelle edizioni precedenti, del romanzo di Giuseppe Scrofani “Quei giorni a Roma”, che uscì per la prima volta nel 1964 e fu poi ripubblicato nel 1980 e 1986. Il succo del libro, ed anche i motivi del suo successo, stanno tutti, come ben ricostruisce nell’introduzione Filippo Briguglio, nella scarna prefazione che il grande latinista Giuseppe Moabito, per lunghi anni insegnante al Liceo “Maurolico” di Messina, volle scrivere in occasione della terza edizione, per testimoniarne, con inimitabile la conicità la validità: è una narrazione “semplice, rapida, immune da sfoggi letterari (?). Pagine pulite e commosse; per questo si leggono volentieri. Non a caso quando, a metà degli anni ’90, l’Autore meditava quella quarta edizione che esce adesso, Morabito ne ribadiva, nel suo stile inimitabile, i motivi del successo, che risiedevano nell’aderenza ai fatti realmente avvenuti, nella “mancanza di vera o falsa politica” e nel mancato uso di “parole difficili, frasi sibilline, termini stranieri. Tutto ciò è certamente da sottoscrivere. Vogliamo solo sottolineare che i fatti narrati, che prendono le mosse dal 25 luglio del 1943 e si svolgono quasi tutti nella capitale, non appartengono solo a quella macrostoria che troviamo sui libri di testo, ma sono quelli vissuti dall’Autore, appena ventenne a Roma, riguardano la sua esperienza personale, il microcosmo nel quale si trovò immerso in quel periodo terribile della nostra storia, che egli riesce a rivivere con straordinaria semplicità.
Felice Irrera