di Filippo Briguglio
PREMESSA
In questo volume ho voluto mettere insieme alcuni lavori che ho realizzato nell’ambito dei corsi di perfezionamento post-laurea. Si tratta delle mie quattro tesine di fine corso, più due interventi da me svolti in due convegni organizzati dall’Associazione regionale di medicina e Storia dall’università di Messina nell’ambito del corso di perfezionamento in Storia della medicina. Questi due interventi sono stati successivamente pubblicati rispettivamente nel volume Atti del VII congresso di Storia della medicina e nella rivista edita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Neurologiche.
Ho voluto dare a questo libretto lo stesso titolo della prima delle quattro tesine, ovvero Comunicazione e medicina nella storia. I motivi di questa scelta sono due: uno di natura affettiva, perché la tesi in questione è stata la prima che ho elaborato. Il secondo motivo deriva da un interesse intellettuale: avevo proposto io stesso l’argomento della tesi al professore, perché affascinato dal ruolo centrale della comunicazione in tutte le sue forme nell’ambito della vita sociale, e quindi anche nella medicina. Naturalmente non si tratta di un saggio medico, ma di una dissertazione di taglio sociologico e filosofico basata sulla dimensione originaria della medicina, che nasce come branca della filosofia.
Il concetto di base è che la comunicazione in medicina si identifica con l’arte della relazione. Partendo dall’analisi del significato della parola stessa, si arriva a descrivere il rapporto comunicativo che intercorre tra medico e paziente e il modo in cui questi due soggetti si relazionano. In particolare si è voluta sottolineare la differenza con le epoche passate, quando la medicina era essenzialmente muta: il medico si trincerava dietro un vortice di paroloni incomprensibili con cui sentenziava diagnosi e cure senza alcuna richiesta di collaborazione né scambio di informazioni col paziente.
Le quattro tesine, una per ogni diversa specializzazione, sono state svolte a conclusione dei relativi corsi, aventi la durata di un anno ciascuno; la discussione della tesi è stata preceduta da un esame finale. Per ogni corso è stata attribuita una votazione conclusiva e consegnato un attestato di profitto. Questi corsi, i cui bandi di partecipazione erano emanati dalla Facoltà di Medicina, erano riservati ad un massimo di venti studenti partecipanti.
I cicli di lezioni erano finalizzati a fornire ai laureati un arricchimento e un approfondimento culturale, nonché un adeguamento delle conoscenze in conseguenza dell’evoluzione delle metodologie scientifiche di indagine. Assumevano inoltre particolare utilità per gli aspiranti insegnanti, in quanto validi come crediti formativi nelle varie graduatorie scolastiche.
Confesso che questi corsi, che ho frequentato con vero piacere dopo il mio consueto orario di lavoro in banca, hanno rappresentato per me un momento importante: oltre a farmi staccare la mente per qualche ora dalla routine quotidiana, mi hanno aiutato nel completamento della mia formazione, contribuendo a farmi crescere ulteriormente dal punto di vista culturale e soprattutto umano. Tutto ciò che è apprendimento e cultura ci aiuta a capire sempre di più e meglio anche realtà e situazioni che ci sembrano molto lontane.
Gli argomenti di queste tesine, in ordine cronologico, sono: Storia della medicina, Parassitologia del territorio, Igiene mentale dell’adolescenza e Neuropsicopatologia dell’età evolutiva nei processi cognitivi.
I corsi erano costituiti da lezioni sull’evoluzione della medicina nella storia, seminari, conferenze, congressi e convegni conviviali, con la fattiva partecipazione di eccellenti accademici dell’Università Peloritana oltre che di tanti altri illustri studiosi venuti da fuori. Uno dei docenti con il quale ho legato di più e che voglio ricordare particolarmente in questo mio preambolo è il professor Antonino Ioli, ordinario di Parassitologia medica e Infettivologia, nonché direttore dei corsi di Storia della medicina e di Parassitologia del territorio e del corso di specializzazione in Parassitologia medica, ma anche scrittore e saggista. Il professor Ioli è stato definito dal mondo accademico “uomo rinascimentale” per la sua grande capacità di coniugare brillantemente la scienza medica con la letteratura, come avveniva nel Rinascimento prima della separazione dei saperi.
Io conoscevo già il professor Ioli, perché con lui ho sostenuto il mio primo esame all’università, quello di Igiene. Uomo dotato di intelligenza eccezionale e di eccellente eloquio, dimostrava una grande capacità di coinvolgimento, tanto che, quando ancora insegnava Igiene al magistero, l’aula in cui teneva abitualmente le sue lezioni era sempre gremitissima, sia per l’importanza della materia sia per il suo carisma, oltre che per il suo modo gentile di porsi. Si trattava di una grande aula a forma conica, sempre stra- colma di studenti che si radunavano persino fuori dalla sala. Lui, al centro dell’auditorio, era come inghiottito dal pubblico: magro, di statura non molto alta, lo si vedeva appena, con la sua barbetta alla Cavour e il suo immancabile papillon a pois che si affacciava dal bavero della giacca. Ma la sua voce si sentiva, e riusciva a galvanizzare un’intera assemblea di post-sessantottini.
Anche nei due corsi di Storia della medicina e Parassitologia del territorio il professore riusciva a coinvolgerci pienamente, persino ad entusiasmarci. Nel primo organizzò all’interno dello stesso corso di base un seminario sulla Storia degli ospedali della durata di una settimana, con consegna di attestato di profitto fi- nale, affidato all’eccellente professor Ernesto Buzzanca, direttore sanitario emerito e tra i fondatori dell’ospedale di Milazzo. In un’altra occasione invitò il professor Trento Malatino a tenere una lectio magistralis sul tema: “La medicina si può considerare vera- mente scienza?”. Il professor Malatino, ex docente di filosofia, era stato suo insegnante al Liceo classico “La Farina” quarant’anni prima; in quella occasione, non senza commozione, Ioli cedette al suo anziano docente la propria cattedra accademica, prendendo posto tra i banchi assieme a noi studenti.
E poi ancora, sempre il professor Ioli organizzò un convegno all’Ospedale delle donne di Caltagirone sul tema: “La peste e gli untori nella Sicilia spagnola del ‘600”, o altri congressi sul vaiolo in Italia, o sui lazzaretti.
Per non dilungarmi troppo e tornando ai miei elaborati, la prima tesina, che ho svolto col professor Ioli per il diploma di perfezionamento in Storia della medicina e che dà il titolo a questa raccolta, è Comunicazione e medicina nella storia, e verte su quanto la comunicazione in tutte le sue forme abbia influito sullo sviluppo della medicina nel corso della storia. La materia della seconda tesina è Parassitologia del territorio; si intitola Rischi invisibili: i parassiti in ufficio, e tratta delle varie tipologie di parassiti presenti negli ambienti che frequentiamo quotidianamente, dalla casa all’ufficio. La terza tesina, Gli adolescenti e il modo di comunicare i loro disagi, è stata scritta a completamento del corso di Igiene mentale nell’adolescenza tenuto dal professor Meduri, direttore del dipartimento di Psichiatria; nel mio percorso didattico sono stato seguito da vicino dal professor Antonio Enrico Di Rosa, che è stato il relatore della mia tesina. Infine l’ultimo scritto riguarda la Neuropsicopatologia dei processi di apprendimento in età evolutiva, corso diretto dal professor Filippo Calamoneri, ed è intitolato: Comunicazione interpersonale e difficoltà di apprendimento. La tesi mi fu assegnata dal professor Leandro Righi, che ne è stato il relatore, ed è incentrata su dinamiche e ostacoli della comunicazione interpersonale: comunicando male non usiamo la potenzialità che il linguaggio ci offre per gestire al meglio le relazioni e i conflitti interpersonali in età evolutiva.
Questi scritti hanno rappresentato il punto di arrivo di importanti momenti della mia formazione culturale e personale. Raccogliendoli in un libro ho voluto ricordare esperienze e persone che hanno segnato in modo determinante e incancellabile la mia vita.