La medicina a Messina tra memoria e prospettive
Prefazione
Il rapporto tra la medicina degli anni ’50 e quella del 2000 è prologo necessario allo sviluppo della tematica affrontata nel presente saggio dagli Autori, due docenti universitari, due studiosi e, soprattutto, due medici i quali, facendo leva sulla loro esperienza umana e professionale nel cinquantesimo anniversario della loro attività medica, tracciano un sintetico quadro d’insieme tra memoria storica e nuove prospetti ve della medicina del ventunesimo secolo, soffermandosi lungo l’habitat naturale della Città dello Stretto, ricca di storia e di risorse, spesso sommerse, fatto di panorami alcuni dei quali unici al mondo, ma anche composta da una popolazione capace di risorgere e ricostituirsi più salda da qualunque rovina Non è un amarcord, né la semplice elencazione delle scoperte medico-scientifiche a Messina. È un trait-d ‘union tra le due parti: la prima è dedicata a Messina ed ai maestri medici quindi, alla Città e a quanti della medicina ne hanno fatto una ragione di vita.
Ciò è rappresentato proprio dalla localizzazione di quanto illustri figli messinesi, sia nativi sia di adozione, hanno fatto per la scienza medica, ciascuno per la propria disciplina di appartenenza. I grandi luminari che si sono succeduti già dal XVII secolo per proseguire sino ai nostri giorni, citata ben ragione nelle pagine del testo, sono abbondantemente e sapientemente documentati per l’efficace apporto scientifico e personale espresso nell’esercizio della nobile professione medica.
Il percorso tracciato per il lettore si muove attraverso un filo conduttore preciso, ben richiamato dagli Autori per i quali “l’essere trabocca immediatamente al di là dell’avere direttamente parte nella considerazione razionale ed esplicita “. Ecco allora perché è innegabile che la medicina non può e non deve essere improntata esclusivamente alla ratio del rigorismo scientifico, ma deve essere sempre sostenuta da un’imprescindibile componente di coinvolgimento dell’uomo. E non solo.
Grande significato assume anche la valenza del territorio e dell’ambiente per l’equilibrio psicofisico cui gli Autori dedicano particolare cura nella descrizione mirata dell’ambiente nel quale s’innestano tutti quei fattori che determinano nello stesso tempo input e feed-back dei processi cognitivi.
Filippo Briguglio
Parentesi Anno XIII n.4 Giugno/Luglio 2002
Recensioni
Restituisce ai non medici il significato di un lavoro.
In tempi di crescente sfiducia per la professione del medico, a causa delle non edificanti – anche sedi pochi – notizie di stampa, purtroppo non controbilanciate dal risalto della silenziosa, quotidiana fatica e abnegazione dei più, fa veramente bene leggere un libro
(La Medicina a Messina tra memorie e prospettive-Editrice Parentesi di Messina, pagg. 101, Euro 10,33) che due eminenti professionisti, Giuseppe La Rosa e Aldo Nigro, hanno scritto in occasione del cinquantenario della loro attività.
Fa bene poiché’ restituisce soprattutto ai non medici il significato di un lavoro, che – senza enfasi – dovrebbe continuare a essere inteso come missione, come servizio aggiornato, appassionato e caritatevole all’uomo in sofferenza. Gli autori, mostrano subito un legame profondo con la propria città – Messina – che fisicamente d’ l’idea dell’accoglienza e rappresenta il luogo naturale per gli studi medici. Non a caso, nella città’ dello Stretto si sono perfezionate talune scoperte medico – scientifiche come la fagocitosi e il corretto meccanismo dei riflessi condizionati, poiché l’habitat ha una sicura relazione con alcuni accadimenti patologici. Non a caso, a Messina si è sviluppata una fiorente scuola fisiologica – da Amantea a Martino ad Aragona
– che ha ben definito il ram porto tra l’organismo e l’ambiente. L’omaggio a questi maestri diventa pure occasione per ricordare altre figure di medici di Messina, dal remoto Policleto, che nel VI secolo a.C. rifiutava di praticare l’eutanasia, a Domenico La Scala, che nel XVII secolo fondò’ la scuola medica messinese, all’ostetrico Merulla, all’igienista Volpino e, più di recente, ai venerati maestri degli autori, Ciaccio, Castronovo, Carmona, Battaglia, Motta, Siracusa, Vinci,
Trimarchi e Caruselli. Non rituale ricordo, ma riconoscenza per aver appreso da loro l’arte della cura dei propri simili.
Il lungo amarcord professionale di La Rosa e Nigro ci riporta agli inizi degli anni ’50, quando – seguendo la concezione meccanicistica – si cominciava a fare della clinica Soprattutto una scienza. Ma proprio allora, a contrastare tale tendenza, s’imponeva la medicina psicosomatica, diretta quasi a definire una – anatomia dell’anima – , a entrare non solo nel corpo ma nell’interiorità’ del malato, che nessun tavolo anatomico e nessuna indagine tecnica potevano disvelare. Erano tempi di entusiasmo, poiché’ la professione medica godeva di grandissima stima e considerazione e poiché’ anche l’organizzazione sanitaria cominciava a porre al centro il paziente e il Policlinico diventava anche un ospedale. Le concorrenti esigenze della scientificità’ e dell’umanità’ trovavano riscontro nel rapporto medico – paziente. Erano i tempi del – medico di famiglia – , che diventava anche custode dei segreti del malato.
Poi, con l’avvento degli antibiotici, via via sempre pi’ efficaci, si apriva una fase nuova nella storia della medicina. Scompariva la diagnosi differenziale per l’ampia copertura dei nuovi farmaci. Anche la chirurgia cambiava, poiché’ venivano meno le pericolosità’ infettive. Lo sviluppo della radiologia e il perfezionamento dell’elettrocardiografia e dell’elettroencefalografia e di altri sempre pi’ sofisticati esami
offriva la possibilità’ di tagliare sempre nuovi traguardi diagnostici.
Dopo questo affascinante percorso, gli autori fanno notare come la medicina del 2000 sia irriconoscibile rispetto a quella degli anni ’50. I progressi della biologia, come ha acutamente osservato nella presentazione del libro l’illustre anatomopatologo prof. Antonino Ferrara, hanno comportato di – derubricare a effetto quello che si interpretava come causa – . Gli esami diagnostici fisici e chimici, le conquiste biotecnologiche, la scoperta del linguaggio della vita, il prepotente ingresso in campo dell’informatica, la mappatura del genoma, la valorizzazione della psicologia medica sono tutte espressioni del nuovo che avanza.
Oggi, utilizzando al massimo le possibilità’ delle specializzazioni, bisogna affidare il paziente alla collaborazione multidisciplinare per una visione complessiva della malattia. Per entrare nella – trama umana – , poiché’ l’uomo non ‘ decifrabile dalla sola anatomia. Se non si ricorre pi’ a procedure empiriche, se non ha pi’ senso affidarsi – all’occhio clinico – del luminare si devono sfruttare al massimo le possibilità’ dell’evoluzione scientifica, il medico deve in ogni caso riscoprire e praticare antiche virtù’. Deve essere anche psicologo e starsene in rapporto di condivisione della sofferenza con il paziente. Deve esercitare la misericordia che – anima l’operai medica e rianima il paziente – . Deve diventare filosofo, sopratutto quando i aiuta qualcuno a morire.
Gazzetta del sud – Domenica 23 Febbraio 2003 – Terza Pagina
Medicina messinese
“La medicina a Messina tra memorie e prospettive”, opera letteraria di Giuseppe La Rosa
e Aldo Nigro, non è un amarcord né la semplice elencazione delle scoperte medico scienti fiche a Messina, ma- come evidenzia nella prefazione il giornalista Filippo Briguglio – è un trait d’union tra le due parti. La prima è dedicata a Messina ed ai maestri medici, la seconda all’habitat messinese ed al futuro della medicina. La Rosa e Nigro. Docenti universitari, studiosi e uomini di cultura, in questo escursus si sono attivati per evidenziare maggiormente quanto hanno saputo fare per la scienza medica gli illustri figli messinesi. Dai luminari del XVII secolo sino ai nostri giorni. Il libro è scorrevole e si legge d’un fiato. Anche perché il lettore è attratto dai progressi compiuti in questi ultimi anni e soprattutto della “scoperta del linguaggio della vita” che consentono di vedere orizzonti completamente nuovi.
Ma.Ca.
La Gazzetta Jonica Venerdì 8 Novembre 2002