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Recensione:
Gazzetta del Sud Giovedì 13 maggio 1999
Presentato il libro di Fortunato Pergolizzi su Antonello da Messina
Leggere i quadri al di là del visibile
Presentato ieri nel Salone degli specchi a Palazzo dei Leoni l’interessante libro Antonello oltre il visibile del prof. Fortunato Pergolizzi, contenente i saggi su Antonello da Messina, il sommo pittore quattrocentesco e uno dei figli più eccelsi della nostra città, che il già docente di disegno e storia dell’arte al Liceo scientifico “Archimede” ha via via negli anni pubblicato sulla “Gazzetta del Sud”. Dinanzi a un folto pubblico l’opera è stata efficacemente illustrata dal preside Francesco Scisca, dopo il saluto di Maria Pia Sidoti, segretaria provinciale dell’«A.E.D.E.», l’Associazione europea degli insegnanti, che ha promosso la manifestazione. Con la proiezione di diapositive, inoltre, si è potuto verificare un’affascinante caratteristica dell’artista messinese, cioè un Antonello mistagogo, che, attraverso un linguaggio metaforico e rnisterico, comunica agli osservatori dei suoi dipinti arcane verità. Particolare interesse ha suscitato il riconoscere, nelle riproduzioni dei quadri in diapositiva, soprattutto nelle tre Crocifissioni di Bucarest, Anversa e Londra, il paesaggio della Messina tardomedievale che il pittore, in volontario esilio, dipinse non senza nostalgia dei luoghi natali, collocando il Golgota sulle colline dello Stretto; si scorgono le mura normanne, il porto falcato con la punta di San Raineri, le fiumare, le chiese; particolarmente bella l’Immacolata che si staglia nettissima sullo sfondo contro un cielo limpido e azzurro.
La Gazzetta del sud Giovedì 5 agosto 1999
I saggi di Fortunato Pergolizzi sul grande artista del ‘400
Antonello da Messina oltre il già conosciuto
L’opera di Antonello da Messina, pittore che ha lasciato un segno profondo nell’arte italiana quattrocentesca, gode di una rinnovata stagione di studi con la pubblicazione di importanti monografie che hanno fatto lievitare la già cospicua specifica bibliografia critica. Chi vuole avventurarsi nella “materia” antonelliana oggi rischia davvero di finire coinvolto in un ginepraio critico. Tuttavia, non è questo il caso di Fortunato Pergolizzi, pubblicista e già professore di disegno e storia dell’arte nei licei, che ha dato alle stampe un volumetto di saggi, Antonello oltre il visibile, per le edizioni messinesi di “Parentesi”. Pergolizzi, che pure i ferri del mestiere lì possiede ed è quindi nelle condizioni di entrare nel merito di delicate disquisizioni tecniche ed estetiche, in questo suo libro non si è preoccupato affatto di addentrarsi in un discorso critico ragionato che tenga conto dei giudizi altrui su tale o talaltra opera di Antonello da Messina, ma ha preferito solo raccogliere i suoi articoli, via via apparsi nel corso degli anni sul nostro giornale, corredandoli alla fine di una mirata, essenziale bibliografia. Operazione opportuna, perché in effetti gli articoli di giornale, salvo casi eccezionali, sono – come diceva Gesualdo Bufalino – “cere perse” di cui si perdono le tracce se non vengono ripescati. La critica specializzata, oltretutto, trascura la stampa quotidiana anche a livello di semplice segnalazione bibliografica, per cui occorre dare una qualche visibilità al proprio impegno giornalistico con più organiche pubblicazioni. Anzi, l’occasione è buona per un invito al recupero di articoli sparsi sulla stampa locale dell’ultimo secolo (ignorati dalle bibliografie generali forse sol perché non se ne conosce l’esistenza) riguardanti la figura di Antonello o la società peloritana del suo tempo, che, magari, hanno solo valore documentario, ma che comunque è necessario registrare in modo da avere un quadro il più completo possibile sulla più recente “Fortuna” dell’artista nella sua città natale. D’altra parte prima dell’illuminante saggio di Salvatore Tramontana su Antonello e la sua città, il nesso Antonello Messina, inteso soprattutto come sfondo culturale, – avverte lo stesso studioso – ma anche economico, sociale, politico e di costume dell’attività del pittore, non è stato, o è stato solo di rado, al centro di indagini e analisi storiche della città del XV secolo. Gli studiosi si sono infatti limitati, anche quando alcune fortunate e importanti ricerche d’archivio hanno messo in luce documenti fondamentali, a una ricostruzione esteriore delle vicende biografiche e artistiche del pittore e a raccordi puramente epidemici con l’ambiente cittadino. Fortunato Pergolizzi, che in questa raccolta di saggi alla passione della ricerca esegetica unisce l’ammirazione assoluta per il pittore messinese, dà una propria lettura di alcuni tra i noti e riusciti dipinti antonelliani – Polittico di San Gregorio, San Gerolamo nello studio, l’Ecce Homo di Piacenza, Salvator Mundi, San Sebastiano, l’Annunziata -, indicandone i sentieri iniziatici per spiegare i complessi messaggi celati da simboli in particolari apparentemente solo decorativi. L’autore, in altre parole, qui insiste su un aspetto affascinante e non certo minore di Antonello da Messina, l’artista mistagogo, che, attraverso un linguaggio metaforico e misterico, rivela all’occhio dell’osservatore smaliziato dei suoi quadri arcane verità. In un secondo gruppo di saggi l’autore si sofferma, poi, specialmente sulle Crocifissioni di Sibiu, Londra e Anversa, allo scopo di cogliere i segni della “messinesità” antonelliana, che, oltre al messaneus pinxit leggibile sul margine inferiore dei lavori datati e firmati dall’artista, trova la sua massima espressione nel suggestivo paesaggio peloritano tardomedievale, più volte dipinto, collocando il Golgota sulle colline dello Stretto. In esso si scorgono le mura normanne, il porto falcato con la punta di San Raineri, le flumare, le chiese e in particolare l’Immacolata, che si staglia nettissima sullo sfondo contro un limpido cielo azzurro dovuto a quella luce “metafisica”cui l’artista non seppe e non volle mai rinunciare. Infine va segnalato il contributo che forse sta più a cuore all’autore, Il giallo della tomba di Antonello, posto a chiusura del volumetto, dove Pergolizzi dà inedite e circostanziate informazioni sul luogo di sepoltura dell’artista, da collocare nell’area dell’attuale Ritiro nell’ormai inesistente chiesa di Santa Maria del Gesù – già peraltro identificata tanto dal Di marzio quanto da La Corte Cailler con quella Superiore e non con quella Inferiore – e racconta come, proprio grazie ai suoi articoli sulla “Gazzetta del Sud”, è riuscito a sottrarlo alla distruzione delle ruspe. Ora il sito dove fu sepolto Antonius de Anthonio (questo il nome indicato in tutti gli atti notarili riguardanti il pittore) è recintato in attesa che gli scavi archeologici, iniziati dieci anni or sono e bloccati per mancanza di fondi, possano riprendere con l’augurio di chiarire un punto oscuro nella terminale vicenda esistenziale del grande artista.
Sergio Palumbo (Gazzetta del Sud)
La Sicilia Venerdi, 21 maggio 1999
Un Legame da Scoprire
Fortunato Pergolizzi ha scritto un libro sull’amore dell’artista verso la sua terra natia, entrando nel codice dei segni, cogliendo la forza di un <mistagogo> della pittura
Nella fotografia in basso a destra, la presentazione, a Palazzo dei Leoni, del volume:<Antonello oltre il visibile>; al tavolo dei relatori da sin.: francesco Scisca, Maria Pia Sidoti, Fortunato Pergolizzi e Filippo Briguglio.
Nella citta’ del XV secolo
Il palcoscenico di Antonello
< A tutti i cittadini si appartengono tutte le cose pubbliche, le quali sono parti della città> sosteneva Leon Battista Alberti nel suo <De re aedificatoria> ed Antonello da Messina appartiene alla sua città, è in stretta connessione con la Messina fiorente del XV secolo e costituisce un esempio illuminante per la città odierna.
Se è superfluo ricordare il genio del nostro pittore, è tuttavia d’uopo ribadire che benchè su Antonello sia stato scritto moltissimo, è mancata un’indagine su Antonello-Messina e sulle vicende messinesi del sec. XV.
Un’epoca felice in cui già la presenza di Costantino Lascaris nella città dello Stretto era sintomatica di fiorenti studi umanistici, in una splendida simbiosi tra civiltà e cultura, tra economia e società. Se riguardo alla presenza di un’attiva scuola pittorica a Messina le tesi dei critici sono contrastanti, si sa tuttavia che Antonello prima del 1457 teneva bottega a Messina, il che farebbe pensare alla presenza operativa di altri pittori.
Ebbene, sulla formazione umana e artisitica di Antonello, sul suo modo di essere pittore e sul suo amore verso la città (evidente nelle sue tele), indaga da circa un trentennio con acuto <accanimento> filologico Fortunato Pergolizzi, critico e storico dell’arte, docente e giornalista, oltre che instancabile protagonista di tante iniziative volte a rispolverare la storia dimenticata della nostra città. Ma Pergolizzi al di là dell’indagine iconografica largamente osservata, nell’aver recepito la sensibiltà e la tecnica di Antonello, vuole andare oltre il visibile, entrando nel codice cifrato dei segni, cogliendo la forza medianica di questo <mistagogo> della pittura italiana.
Attraverso uno studio attento della simbologia medioevale-umanistica, erede di quella pagana, esclusiva chiave di lettura di tutto il mondo allora conosciuto, Pergolizzi ripercorre l’itinerario spirituale di Antonello, svelando il quid misterioso che aggiunge, se necessario fascino alla splendida fattura delle tele.
Di <Antonello oltre il visibile> oggi possediamo un prezioso libretto che raccoglie gli scritti dedicati al pittore (oggi pubblicati da <Parentesi>): una silloge presentata nel salone degli specchi di Palazzo dei Leoni, col patrocinio della Provincia, per iniziativa dell’Associazione Culturale <Parentesi> col suo direttore, Filippo Briguglio, e dell’<Aede>, l’associazione europea degli insegnanti che ha inserito questa presentazione nelle sue attività culturali dell’anno.
La tavola rotonda, che ha riunito al tavolo dei relatori, insieme a Pergolizzi e Briguglio, il preside Francesco Scisca e la prof.ssa Maria Pia Sidoti, si è svolta tra numerosi convenuti, quanti tra colleghi, amici ed estimatori di Pergolizzi ritengono che scoprire o riscoprire gli aspetti inediti di personaggi o di tradizioni misconosciute della storia patria, significa amare un po’ di più questa città bistrattata e dimenticata dai suoi stessi abitanti.
Un percorso di <ecologia culturale> che impone a tutti l’imperativo morale di prestare attenzione al nostro patrimonio artistico-culturale, per rinsaldare le nostre radici e riqualificare i comportamenti civili.
E’ questo, in sostanza, il fine d’iniziative del genere cui si adeguano le linee programmatiche di <Parentesi>. E’ questo l’appello del preside Scisca che ha così concluso la sua relazione sull’analisi esegetica di Pergolizzi su Antonello da Messina.
La Sicilia Mercoledì, 3 novembre 1999
Cassette e cd rom per colmare un vuoto
E’ in programma una campagna informativa sul Quattrocento siciliano, attraverso lo scambio d’informazioni via Internet con tutte le gallerie che ospitano i capolavori dell’artista. Dopo la mostra organizzata nell’ottobre del ’98 a Roma, sembra essere calato di nuovo il silenzio
ANTONELLO da MESSINA, QUESTO SCONOSCIUTO..
Il 95% dei giovani non sa chi è il pittore – Proposta l’istituzione di un osservatorio
Da un’indagine conoscitiva condotta a Messina, su 200 giovani intervistati, alla domanda:<Chi è Antonello?>, si sono avuti i seguenti sorprendenti risultati: 130 hanno risposto <Chi? Antonello Venditti il cantante?>; 4 hanno detto che si trattava di una nota colonia per uomini; 27 hanno risposto tirando ad indovinare riferendosi al nome di <un ritrovo caratteristico>; 21 hanno subito risposto che si trattava di un parrucchiere, 9 invece hanno risposto che si trattava del celebre pittore. Appena poco meno del 5% degli intervistati, dunque, ha dato la risposta esatta.
Queste risposte non sorprendono perché se si volesse porre la stessa domanda alla fascia adulta della popolazione le risposte abbasserebbero ancora la percentuale di quanti sconoscono che nel lontano 1430, a Messina, egli nacque e che , ancora giovane, si affermò come artista eccezionale acquistando riconoscimenti e fama come <ritrattista> e pittore di <religione> e per aver inrodotto in Italia, la nuova tcnica della pittura ad olio fiamminga. Muore, ad appena 49 anni, e da allora questo ricoscimento si è via via accresciuto.
La sua città, dunque, non solo lo sconosce ma sembra che lo snobbi e che sia infastidita per la sua grande fama che insegue questo suo figlio.La stessa classe dirigente non gli dedica particolare attenzione mentre altre città, nel mondo, celebrano personaggi minori, al cui confronto Antonello è un gigante. Bisogna dare atto che il sindacvo, Turi Leonardi ed il presidente della provincia, Giuseppe Buzzanca, in occasione della grande manifestazione celebrata nell’ottobre del 1998 alla Basilica di S. Maria degli Angeli, a Roma, indetta dall’associazione culturale <Antonello da Messina>, hanno sposato il progetto d’istituire un Osservatorio permanente intitolato al grande artista. Quest’associazione culturale, che unisce i messinesi residenti nella capitale, infatti, organizzò nella sala Pio IV una mostra di tutte le opere di Antonello, per la prima volta riunite e riprodotte nel formato originale con uno speciale procedimento laser su tavola, destando il generale consenso dei critici. In quei giorni fu assegnato il premio <Antonello>, destinato a quei cittadini che hanno dato lustro alla città di Messina in Italia e nel mondo.
Furono premiati lo scrittore Vincenzo Consolo, i pittori Luigi Ghersi e Bruno Caruso, il direttore d0orchestra Maurizio Arena, l’editore guido D’Anna, Enrico Vinci, segretario generale del parlamento europeo. Un premio speciale venne assegnato all’atleta Anna Rita Sidoti. L’associazione culturale <Antonello da Messina> ripropone oggi l’istituzione di un Osservatorio permanente, quale punto di riferimento, di studio, di promozione culturale. L’Osservatorio si propone di riservare particolare attenzione al mondo della scuola, di promuovere incontri, dibattiti, conferenze, curare la pubblicazione di speciali quaderni didattici delle opere riferiti a <I ritratti>, <Le crocifissioni>, <Gli Ecce Homo>, <Le madonne>, <I santi>, <I disegni>, <I politici>. Nel programma dell’Osservatorio è compresa l’edizione di videocassette mirate per le scuole, per le televisioni, l’istituzione di una biblioteca dotata di tutte le pubblicazioni e di tutti gli scritti riguardanti Antonello ed il ‘400 siciliano, il contatto, per scambio d’informazioni, con tutti i musei e le gallerie che ospitano opere di Antonello, la creazione di un archivio fotografico, diapositive, video e cd rom,l’apertura di un sito Internet, l’istituzione di una o più borse di studio e di ricerca riservate agli studenti della facoltà di Lettere dell’Università, l’istituzione di un premio nazionale giornalistico. Per l’anno del Giubileo l’associazione suggerisce l’allestimento nei locali dell’Osservatorio, della mostra di tutte le opere di Antonello. Confortati dai consensi unanimi della critica ufficiale, sarebbero riproposte le riproduzioni su tavola, nel formato originale, fatta eccezione del S. Sebastiano, dell’Annunciazione di Siracusa, di S. Zosimo, che saranno riprodotti in tela. Il processo di riproduzione effettuato, applicando il sofisticato procedimento di trasferimento della emulsione fotografica su tavola e relativo fissaggio, assicura risultati feelissimi agli originali. Che la città natale possa offrire al visitatore del 2000 la vista di tutte le sue opere, è il miglior modo di celebrarlo, un appuntamento che colma un vuoto che non si può giustificare. Dopo la celebre mostra di opere d’arte dell’artista (non tutte) svoltasi a Messina nel 1951, alcuna manifestazione è stata promossa ed un lungo silenzio è calato sulla sua figura, quasi a dichiarare la sua non apppartenenza alla sua città. Né si può dire che alcune conferenze a lui dedicate possano aver compensato quanto di eccezionale doveva essere programmato e non è stato fatto.I messinesi di Roma hanno il merito di aver intuito che il miglior modo di celebrare la figura di Antonello era quello di presentare tutti i suoi quadri e poiché sarebbe stato impossibile avere a disposizione gli originali, facendo ricorso ai più sofisticati sistemi di riproduzione, li ha presentati nel formato originale e su tavola. E’ stata questa la prima volta che tutte le opere di un artista sono state presentatenella veste più congeniale senza ricorrere al trdizionale metodo fotografico, ottenendoottenendo eccellenti risultati accettati dai critici più esigenti.
Oggi si dovrebbero, dunque, accellerare i tempi per l’individuazione del sito che Comune e Provincia potrebbero destinare al programmato Osservatorio ed allo stesso tempo fissare i termini della convezione che leghi l’associazione <Antonello> alla gestione dell’Osservatorio. Questa situazione dovrebbe essere risolvibile in tempi brevi per assicurare la sua istituzione fin dal gennaio del 2000. Miglioremanifestazione celebrativa per il suo Antonello, Messina non potrebbe avere. Un Osservatorio che soddisferebbe le attese di quanto vedono nella riappropriazione di Antonello da parte della sua città, il segnale che si può iniziare a percorrere il giusto cammino per poter presto reincontrare il grande artista. Iniziando dal luogo dove si presume sia stato sepolto. Lo studioso di Antonello, il messinese Fortunato Pergolizzi, ritiene che Antonello fu sepolto nel convento di S.Maria di Gesù posto a Nord della città, lungo l’argine della fiumara della Boccetta. Antonello, il 14 febbraio del 1479, dettò infatti il suo testamento disponendo di essere sepolto, con l’abito di frate minore osservante di S.Francesco, nel convento fatto erigere nel 1418 dal Beato Matteo di Girgenti nel torrente di S.Michele (Ritiro). Nel passato si discusse a quale convento di S.Maria del Gesù Antonello si riferiva, perché ve ne erano due, quello inferiore e quello superiore; si è d’accordo che Antonello intendesse il convento superiore. Si ritiene che un’oculata attivazione degli scavi, già avviata, potrebbe portare qualche elemento a conforto della tesi di Pergolizzi. Speranza di trovare la tomba non vi è perché quell’area fu oggetto di forte inondazione. Una stele, invece, vi potrebbe essere posta a memoria di Antonello che continua a portare in tutto il mondo il nome di Messina.
Importante è allora uscire dal letargo ed onorare il grande artista messinese, uno di noi, che ancora s’impone all’attenzione del mondo. Una figura che è nostra. Il nostro artista della porta accanto. (Gaetano Rizzo Nervo)
Un premio annuale dedicato alla memoria storica
L’incessante attività di un associazione che opera lontano dallo stretto
Antonello da Messina lascia la sua città quando aveva appena compiuto 15 anni, nel 1445, si trasferisce aNapoli dove resta a bottega da un certo Colantonio che gli insegna i primi segreti della pittura. Si ha notizia che negli anni 1457, 1462, 1464, 1473, 1474 è di nuovo in Messina. E’ poi a Venezia dal 1475 al 1476, con una breve fuga in Fiandra. Nel 1476 è anche a Milano, chiamatovi da Galeazzo Maria Sforza.
Nel 1476 è a Messina, dove nel febbraio del 1479 muore all’età di 49 anni. Un antonello viaggiatore e portatore di quella nuova, per il tempo, tecnica della pittura ad olio appresa dagli artisti fiamminghi. Viaggiatore e come tanti altri Messinesi che, nel corso dei secoli, si sono trasferiti in luoghi lontani. Messinesi che hanno lasciato però le loro radici sulle sponde dello stretto.i messinesi, trapiantati, oggi, in Roma, sono molti, circa 10 mila e non hanno dimenticato la loro città. Quando possono vi ritornano e, fieri dell’appartenenza , questa volta hanno inalberato la prestigiosa bandiera di Antonello da Messina che sventolano per la capitale anche a riprova della eccezionale testimonianza che li gratifica.
Molti altri messinesi, in ogni parte del mondo, ciascuno per proprio conto, hanno fatto la loro strada e si sono affermati, dando lustro alla loro Messina.
E la bandiera < Antonello da messina> è quella che li premia a riconoscimento di quei valori che accompagnano chi ha dimostrato e dimostra di meritare posizioni di alto prestigio nella professione, nell’arte, nell’imprenditoria.
L’associazione <Antonello da Messina>, per l’assegnazione del premio <Antonello> è alla ricerca di quei messinesi che abbiano recato o recano lustro alla loro città di origine.
Perché così come la figura di Antonello continua a rappresentare e promuovere nel mondo l’immagine di Messina, oggi i messinesi che si sono distinti e si distinguono per la loro affermazione portano nella comunità, in cui operano e vivono, la <presenza> della loro stupenda citta di origine.
L’associazione rivolge, quindi, l’invito a comunicare alla segreteria del premio <Antonello>, in via Calabria 56/00187 roma, il nome di quei messinesi che si vogliono segnalare per l’assegnazione del premio medesimo che verrà consegnato nel corso di una speciale cerimonia nel prossimo mese di dicembre.
Il premio <Antonello> è un appuntamento annuale che corona anche, come celebrazione il previsto programma dell’istituendo Osservatorio permanente puntualizzando anche l’edizione di una rivista semestrale artistica, letteraria aperta a tutte le associazioni culturali della città di Messinaallo scopo di stimolare ed esaltare i giovani e validi artisti che il territorio esprime; allo scopo di promuovere ed individuare gli itinerari delle testimonianze storiche ed artistiche; allo scopo di aprire e continuare il dibattito che soltanto la cultura può svolgere e determinare risultati positivi in questo paritcolare momento storico che attraversa la città che si dibatte alla ricerca di vie d’uscita dall’isolamento e dall’abbandono.
I fatti culturali possono contribuire a ridestare nella gente quel rinnovamento da tutti auspicato ed ancora soffocato dalla pochezza e dalla mediocrità dei personaggi dlla politica che sembrano preferire il bivacco in attesa di assalire la preda, approfittando dell’assenza sul campo di drappelli di cittadini, responsabili e coscienti. In altra epoca si sarebbe potuto sperare in una rivoluzione, anche cruenta, ma i tempi sono cambiati, nessuno raccoglie il grido di dolore che s’alza e le sole macchie amaranto sulla camicia da combattimento sono quelle della nutella.
Una popolazione, dunque, rassegnata nelle mani di personaggi senza spina dorsale che, avvolti nella nube dell’ignoranza e sprofondati nella palude della carenza di valori, si compiacciono di muoversi, con un corteo di plauditori appresso, concedendo ai cittadini sudditi la briciola del luculliano banchetto che amano concedersi. Ciascuno coltiva il proprio orto e guai a chi vi sconfina, mentre i fedelissimi cani da guardia abbaiano, ringhiano, fino ad azzannare chi imprudentemente tenta di dire <basta>.
La bandiera della cultura può aggeravare il complesso di inferiorità che questi squallidi personaggi si macinano dentro nella speranza che finalmente, consci della realtà della loro pochezza, tirino i remi in barca e si allontanino lungo la spiaggia della loro resa.
Per questo la bandiera di Antonello, sventolata dai giovani può costituire un segnale.
Il segnale che tutto non è perduto. Infatti, via via che questi personaggi della politica acquistano coscienza della loro non qualità, della loro ignoranza, dovrebbe diminuire la loro arroganza, la loro prepotenza, perché finalmente sarà appunto la loro ignoranza che li porterà a sbattere contro e non si potranno salvare perché i <valori> fortunatamente non si possono né comprare né acquisire per raccomandazione o intimidazione. Verrà il giorno in cui le bandiere <Antonello>, cioè i vessilli della cultura, sventoleranno nelle piazze e sarà il giorno in cui le nuove generazioni <acculturate> sposranno la politica, pronte finalmente per il buon governo della città.
Ma non è un sogno; dopotutto e nonostante tutto, potrebbe anche accadere. (G.R.N.)
La Sicilia Domenica, 16 aprile 2000
Consegnati 9 riconoscimenti
L’associazione intitolata al pittore ha organizzato una cerimonia- Da Roma parte un messaggio volto al recupero della messinesità
Antonello < testimonial> della città
La cerimonia di assegnazione della seconda edizione del premio <Antonello da Messina> ha inaugurato il nuovo auditorium della Basilica S. Maria degli Angeli, a Roma.
La struttura è stata recentemente restaurata dal ministero dei Beni culturali e fa parte del corpo degli antichi fabbricati dei Certosini che s’insediarono, a suo tempo, nel cuore di Roma, nell’area terme dove fu eretta la stessa basilica. Per l’occasione, l’associazione culturale <Antonello da Messina>, di Roma, promotrice del premio, cui aderiscono i messinesi residenti nella capitale, vi ha riunito, fino al tutto esaurito, una folla d’invitati per la consegna delle targhe d’argento che sono state assegnate a quei messinesi che, con la loro opera, recano lustro alla città di Messina.
Il presidente dell’associazione, Gioacchino Toldonato (nella fotografia), nel porgere saluto di benvenuto ai presenti, ha ricordato l’impegno dell’associazione a portare avanti il programma di promozione della figura di Antonello attraverso interessanti iniziative culturali: aprendo il <mondo> di Internet a tutte le opere dell’artista (al sito www.associazione Antonellodamessina.it); pubblicando la rivista <Messanion News>; provvedendo in collaborazione con il Comune e la Provincia regionale all’istituzione dell’Osservatorio permanente su Antonello da Messina; trasferndo, sempre a Messina, in collaborazione con il <Lions Club Messina Jonio>, la mostra di tutte le opere dell’artista riprodotte nel formato originale su tavola, con i sofisticati moderni procedimenti laser, dalla <Print Center> di Francesco Zaccone; collocando una lapide indicativa del luogo ove Antonello chiese di essere sepolto, nella cripta del convento di S.Maria del Gesù, nel villaggio Ritiro.
Il premio <Antonello> ha goduto del patrocinio del Comune e della Provincia di Roma, della regione Sicilia, della Fondazione <Bonino-Pulejo> e del riconoscimento del Ministero dei Beni culturali.
< Una comunità sana che pretende giustizia>
Pubblichiamo l’intervento del sindaco, Turi Leonardi:
Nel porgere il saluto della città e dell’Amministrazione ritengo doveroso rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto rinnovare quest’appuntamento, giunto alla 2° edizione, tra la città di Messina e i suoi illustri figli residenti a Roma. Intitolare un’associazione al grande Antonello, infatti, testimonia l’esistenza di un legame forte con messina, dimostra la volontà e la capacità di mantenere vivo un rapporto con le proprie origini e soprattutto significa riaccendere i riflettori su una città che ha dato- e continua a dare- al mondo intero uomini di eccelse virtù. Oggi la nostra Messina vive un momento difficile, non solo per i problemi legati al suo sviluppo. Mi riferisco alle note vicende giuduziarie che hanno creato l’occasione per screditare quel tessuto sociale sano, operoso, onesto e rispettoso della legalità che da sempre caratterizza la nostra città. Credo, anzi sono certo, che i sentimenti che vi legano a messina e l’immagine che ne avete portato nel mondo, non possano essere stati scalfiti dal modo con il quale sono state date le conseguenti notizie, ma immagino anche il vostro dispiacere nell’assistere a certe inaccettabili ed irresponsabili generalizzazioni. Come primo cittadino desidero, innanzitutto, rassicurarvi sul fatto che nell’animo dei messinesi- a tutti i livelli- non vi è alcuna volontà di minimizzare l’accaduto, di nascondere la realtà, di far finta di niente. Al contrario, ribadiamo che Messina non vuole restare vittima dell’azione criminosa, dalla quale, invece, chiede di essere protetta, ma vuole, anzi ha il diritto di pretendere, che si arrivi in tempi brevi ad una definizione delle responsabilità. Non si può più accettare lo stillicidio di saltuarie iniziative giudiziarie che finiscono con il mantenere un intollerabile clima d’incertezza e di sfiducia nelle istituzioni. Al tempo stesso, vogliamo riaffermare l’apprezzamento per l’azione volta a garantire una diversa e più efficace presenza dello Stato nel territorio. Ma dev’essere chiaro che la storia di Messina non è una storia di mafia; è piuttosto una storia di cultura, di arte, di ingegno, è la storia di grandi uomini politici, di grandi imprenditori, di grandi scienziati, che nel corso dei secoli-come nel presente- hanno dato lustro alla loro città natale. Ed a voi, illustri concittadini, vorrei rivolgere un accorato appello. Lo faccio con l’animo di un padre il quale ammirando il figlio divenuto celebre, che ha lasciato ormai la casa paterna, gli raccomanda di non dimenticare i fratelli che sono ancora impegnati in una quotidiana lotta per un futuro migliore. Con questi sentimenti, vi chiedo di essere- oggi più di ieri- testimoni di quel patrimonio di valori morali su cui si fonda la nostra comunità. Vi esorto ad aiutarci a difendere l’immagine di una nobile città dalla storia millenaria, vi invito a contribuire con il vostro prestigio al riscatto di Messina. E se mi rivolgo a voi in questi termini, è perché sono convinto che i messinesi tutti sapranno trarre dal vostro esempio, maggiori motivi di orgoglio per la loro messinesità.>
Associazione Culturale Antonello da Messina
ROMA
PREMIO ANTONELLO – STUDI E RICERCHE SU ANTONELLO
a FORTUNATO PERGOLIZZI – Giornalista/scrittore
(nato a Messina)
Fortunato Pergolizzi, a parte i numerosi risvolti della sua intensa attività saggistica, viene premiato per l’impegno e l’originalità dei suoi studi e delle sue pubblicazioni su Antonello da Messina; ha indicato nel convento di Santa Maria di Gesù Superiore la sepoltura del grande pittore, sollecitandone gli scavi, ed ha anche apportato un significativo contributo per una nuova chiave dei dipinti di Antonello. In un suo libro “Antonello oltre il visibile”segna pertanto un percorso di grande introspezione sui motivi e sugli intimi impulsi che sollecitarono le forme e i colori del mondo antonelliano. Non ultimo, si è fatto promotore di un recupero funzionale della chiesa di Santa Maria degli Alemanni per una mostra permanente delle opere di Antonello. Segni di lodevole interesse e di sicura passione, in un ambiente che di sollecitazioni e impulsi ha certamente bisogno. Le attività antonelliane del prof. Pergolizzi meritano di essere sottolineate e premiate.
ROMA, 9 APRILE 2000 AUDITORIUM DELLE ARTI BASILICA S. MARIA DEGLI ANGELI