di Nino Genovese
La Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina e Taormina è giunta al suo quarantesimo anno di vita, il quarto dell’era Ghezzi.
Per la prima volta dopo ben ventitre anni (l’ultima volta infatti, era avvenuto nel 1970),grazie alla volontà del Sindaco di Messina Franco Providenti e della nuova Giunta Comunale da lui presieduta la Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina e Taormina si è inaugurata mercoledì 27 luglio, presso i locali della Fiera, negli spazi dell’ex Irreramare, là dove essa era nata e si era svolta per una consistente porzione della sua esistenza che ha ormai raggiunto il traguardo dei quarant’anni e avvenuto con una bella mostra fotografica che presenta i fatti salienti, gli ospiti più illustri della lunga vita della Rassegna, con la presentazione di un Catalogo che, oltre a riprodurre molte delle fotografie della mostra presenta un saggio introduttivo (di cui e autore lo scrivente), che ricostruisce, attraverso la ricerca e la rielaborazione di tutte le fonti dell’epoca i Quarant’anni della Rassegna, e con cinque giorni di proiezioni (27-31 luglio): un omaggio a Francesca Neri, giurata del festival, protagonista di Sabato Italiano di Luciano Manuzzi, Black Comedy di Atom Agoyan, Dov’è la casa del mio amico? di Aboas Kiarostami, Golem di Amos Gitai e un “omaggio’ a Pedro Almodovar (tra gli ospiti della Rassegna), con Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Lègami, Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio.
Quest’inaugurazione e questa “ripresa” messinese non costituiscono certo un fatto irrilevante, perché – fermo restando l’importanza di Taormina o il ruolo principale che essa ha finito con l’assumere, rispetto al capoluogo peloritano – saldandosi idealmente alla tradizione, rappresentano un significativo ricongiungimento al passato, con cui la Rassegna non può non fare i conti, visto che passato e presente inevitabilmente si fondono ed è importante che essa conosca la sua lunga storia piena di luci e di ombre, il suo lungo, qualche volta anche tormentato e contraddittorio, cammino, perché solo così può prendere piena coscienza della sua identità può comprendere (e migliorare) il presente attraverso la conoscenza e l’esperienza del passato. Un passato ormai tanto lontano, da sembrare remoto, che si identifica con un’idea venuta presumibilmente per la prima volta ad Arturo Arena (Vice-Presidente nazionale dell’Associazione Esercenti Cinematografici), nel 1955, che coinvolge, in maniera congiunta oltre all’Associazione Esercenti, anche la Sezione messinese dell’A.G.I.S. (e il suo presidente Giovanni Bellamacina) e il Comitato dell’Agosto Messinese”, del cui programma la Rassegna fa parte, almeno per quanto riguarda la prima edizione, che svolge dall’ 1al 9 agosto 1955 ed è la prima di una lunga serie a inaugurare i locali, appositamente predisposti, del Ritrovo a mare dell’lrrera di Messina; ma già il secondo anno, il Comitato dell’’Agosto Messinese” è sostituito dall’E.P.T. (Ente Provinciale per il Turismo) di Messina, con il suo Presidente Michele Ballo, che organizzerà la manifestazione ininterrottamente dal 1956 al 1968 (ed è meritevole l’iniziativa della Provincia regionale di Messina che ha annunziato di aver istituito un Premio dedicato alla memoria di Michele Ballo che, quest’anno, sarà assegnato ai familiari e, a partire dal prossimo anno, a un personaggio del mondo del cinema).
La nascita e le prime edizioni della Rassegna sono contraddistinte, per così dire, da una “doppia anima”: innanzitutto, l’esigenza turistica di valorizzazione del territorio di Messina e della sua provincia con particolare riferimento a Taormina che – per quanto oggi ossa sembrare strano o incredibile – era già allora un contro turistico molto conosciuto, ma, in virtù del clima mite e salubre, soltanto come stazione turistica di villeggiatura invernale, (tanto che d’estate, addirittura quasi tutti gli alberghi chiudevano!); e poi l’esigenza della valorizzazione commerciale, rivolta agli esercenti, visto che la Rassegna era sostanzialmente una “vetrina” della nuova produzione cinematografica, a loro precipuamente indirizzata.
Por i primi due anni la Rassegna si svolge solo n Messina. A partire dalla terza edizione, quella del 1957,si ha l’abbinamento dei Premi “David di Donatello” che saranno consegnati a Taormina nella suggestiva cornice del Teatro Greco, che cosi, per la prima volta, fa timidamente capolino nell’ambito della Rassegna, e sarà così anche negli anni successivi, fino alla decima edizione, quella del 1964, quando si ha una vera e propria divisione tra Messina (a cui sono dedicate le prime quattro giornate) e Taormina (in cui si svolgono le ultime quattro, compresa – ovviamente – la serata finale, ripresa in diretta dalla RAI-TV). Con gli anni Sessanta aumentano, di anno in anno, le presenze di attrici, attori, registi, ospiti illustri, ma – grazie ai primi fermenti della contestazione – già nel 1967 si comincia a porre l’accento sulla dimensione culturale della manifestazione. Ma il processo di rinnovamento vero e proprio si ha solo nel 1969, con la XV edizione: l’ente organizzatore è sempre l’EPT, ma la presidenza, su delega di Michele Ballo, viene ora affidata a Giuseppe Campione. La Rassegna si svolge ancora per metà a Messina dove nasco la “Settimana del film-nuovo”, ideata da Sandro Anastasi, e per metà a Taormina, dove, nel 1970, per iniziativa di Gian Luigi Rondi, nasce il “Festival delle Nazioni”.
Nel 1971, si ha un’altra svolta nella storia della Rassegna: è il terzo (ed ultimo) anno della gestione Campione, caratterizzato da un processo di “demondanizzazione” e “culturizzazione”, che porta alla soppressone delle ormai anacronistiche e contestate serate dell’Irreramare, ma anche, per la prima volta dopo 16 anni, allo spostamento della manifestazione da Messina (dove rimane solo la Settimana del film-nuovo) a Taormina.
E così si va avanti negli anni Settanta, sia sotto la gestione di Eugenio Longo, nuovo Presidente dell’E.P.T (1972-1979), sia per il primo anno dalla gestione di Ermanno Jannuzzi: Settimana del film-nuovo a Messina, Festival delle Nazioni a Taormina insieme con molte retrospettive e sezioni speciali.
Nel 1981 una nuova formula voluta da Guglielmo Biraghi (che sostituisce Gian Luigi Rondi), vede a Taormina la nascita del ‘Festival Cinematografico Internazionale” di Taormina, competitivo per opere prime e seconde, affiancarlo da una “Sezione Informativa”, curata da Sandro Anastasi, che sostituisce, a Messina la Settimana del Film-nuovo; nel 1983, sempre a Taormina, nasce la Settimana del cinema americano.
Intanto, i cine circoli che – in vario modo – hanno contestato la Rassegna, adesso cominciano a collaborare, realizzando alcune interessanti retrospettive prima, separatamente, quelle dedicate a Marlyn Monroe, a René Clair, ad Alfred Hitchcock, a Febo Mari e poi, in maniera congiunta, quello dedicate a Joseph Losey, all’A.I.P. e Roger Corman, a Brian De Palma al cinema australiano, mentre, successivamente, sarà il solo Carmelo Marabello ad occuparsi delle retrospettive.
Nel 1983, viene creato il Comitato -Taormina Arte, che sostituisce l’E.P.T. nella “guida” della Rassegna Cinematografica, occupandosi anche dell’organizzazione di teatro, musica, danza, video.
Nel 1987, dopo l’abbandono di Guglielmo Biraghi, Sandro Anastasi e Mario Natale continuano a organizzare la Rassegna con la Settimana del cinema americano, la Seziono Informativa e con il Festival Cinematografico Internazionale, che presenta la novità di non essere più riservato a opere prime e secondo, ma a film riflettenti nuove tendenze espressive (nuovi autori, nuove scuole, cinematografie di meno frequente programmazione interazionale).
Nel 1988 viene inaugurato il Palazzo dei Congressi a Taormina e si ha il ritorno, dopo ben 18 anni, di Gian Luigi Rondi, in qualità di presidente detta Rassegna mentre la direzione artistica continua ad essere affidata a Sandro Anastasi; il cinema americano la fa da padrone, perché, accanto alla Settimana del cinema americano, viene presentato anche il cinema indipendente o giovane cinema americano Ma quest’ impostazione della Rassegna tutta volta sul versante “Made in Usa”, non piace molto, per cui il 1990, che è il secondo anno della gestione Rondi, e anche l’ultimo; dopo lo sue polemiche dimissioni, che anticipano e sanciscono sostanzialmente un “esonero” forse scontato, sicuramente nell’aria, il 1991 segna una vera, nuova, radicale svolta nella direzione della Rassegna, che viene affidata ad Enrico Ghezzi: con lui subentrano l’irrazionalità, la fantasia, la “schizofrenia” e una nuova “filosofia cinematografica di fondo, che sottende lo “sfaldamento” dei contenuti canonici tradizionali, la commistione dei generi, la contaminazione. Quindi, non più generi facilmente schematizzabili, ma scavalcamento pervicace delle linee codificate; non più limiti definiti, ma confusione di segni, di generi, all’insegna dell’esplosione dell’immagine, la vera dominatrice, la nuova divinità della nostra civiltà mass-mediologica. Così è stato per i primi tre anni della nuova Rassegna di Enrico Ghezzi, che abbiamo puntualmente seguito sulle pagine di questa rivista; cosi è anche quest’anno.
L’edizione 1994 – Naturalmente, quando la rivista sarà in edicola, la Rassegna, di cui stiamo scrivendo prima del suo inizio, sarà in pieno svolgimento o, più probabilmente, sarà già terminata; e tuttavia – rimandando una più ampia e circostanziata disamina ad un consuntivo particolareggiato che effettueremo nel prossimo numero – riteniamo sia ugualmente utile ed interessante, in questa sede, fornire una panoramica delle cose più interessanti di quest’anno, che rientrano, perfettamente, nella nuova logica ghezziana, cui abbiamo già accennato, trabordante di proposte e trovate.
La novità di quest’anno – se così vogliamo dire – sta tutta nel fatto che il programma é sospeso tra il lunghissimo (le sette ore e mezza dell’ungherese Satantango di Bela Tarr, le cinque ore e mezza di Smoking/No smoking di Alain Resnais) e il cortissimo (ad esempio, i cinque minuti di L’amico di De Francesco o i titoli di testa di Saul Bass, uno dei più geniali autori grafici della storia del cinema).
Non mancano, naturalmente, i film in concorso, tra i quali saranno scelti quelli vincitori dei Cariddi d’oro, d’argento e di bronzo e le Maschere di Polifemo per le migliori interpretazioni. Passioni di Kira Muratova, De sueur et de sang di Paul Vecchiali (Francia). Piccoli orrori di Tonino De Bernardi (Italia). Casa de lava di Pedro de Costa (Portogallo), Clean, Shaven di Lodge Kerrigan (Usa), Criminal di David Jacobson (Usa), Criminal di David Jacobson (Usa) The days di Wang Xiaoshuai (Cina). Il campanaro della colomba di Amir Karakulov (Kazakhistan). Palme di Artur Aristakisijan (Russia). Aquilone di Goutam Ghose (india). Mai una ragazza ha avuto tale effetto su di me di Peter Reich (Ungheria). Lettera per un angelo di Garin Nugroho (Indonesia).
Nella sezione “Cinema che verrà”, vale a dire le “anteprime” del Teatro Greco, si segnalano film di grande richiamo come Beverly Hills, Coop 3 di John Landis con Eddie Murphy, Pulp Fiction di Quentin Tarantino. The Crow con Brandon Lee (ucciso veramente durante le riprese) Speed di Jan De Bont. Exotica di Atom Egoyan, Una figlia in carriera di Brooks Serial Mom con Kathleen Turner, The Wrong Man di Jim McBride, Oral saex della spagnola Chus Gutierrez.
Ma questi sono soltanto alcuni “assaggi” di una Rassegna che è – come sempre – estremamente ricca di sorprese, fitta di appuntamenti.
Così, sia pure en passant non possiamo taro a meno di citare la seziono di documenti, intitolata It’ all true, con un film di montaggio di Orson Welles, un omaggio a Jean Renoir con Un tournage a la campagne, il cortometraggio inedito di Michelangelo Antonioni. Sette canne, un vestito, girato nel 1949 o un tuffo tra storia e cronaca, con n video di Amos Citai Nel nome del Duce, girato durante la campagna elettorale di Alleanza Nazionale a Napoli, o Seule, Georg, ritratto di Otar loseliani della sua Georgia sconvolta dalla guerra civile: e c’è ancora la sezione “Suri 90”, Nuovo Onde ira Giappone e Kazakhstan, e, tra gli “Eventi Speciali”, Viaggio clandestino di Raul Ruiz, oltre a due Mostre fotografiche.
Ma un cenno particolare merita a nostro avviso la retrospettiva curata da Tatti Sanguineti ed incentrata sul cinema italiano meno noto ed esplorato degli anni Cinquanta con la sezione che s’intitola Malia e raccoglie alcuni film siciliani veramente rari, come Malacarne o Turi delta Tonnara (1947) e Agguato sul mare (1955) di Pino Mercanti, Cavalleria rusticana (1953) di Carmino Gallone, I Girovaghi (1956) di Hugo Fregonese, Vendetta di fuoco o I figli dell’Etna 11955) di R. Zona, e con la sezione La fiamma che non si spegne titolo tratto da un film del 1949 di Vittorio Cottafavi che è ovviamente in programma, che raccoglie alcuni film per così dire patriottici o che esaltano valori di destra o fascisti come Alba di sangue (19491 di Rafael Gil, Carica erotica (1952) di Francesco De Robertis, I peggiori anni della nostra vita (1950) di Mario Amendola, Trieste mia (1951) e I prigionieri del male 1955) di Mario Costa, I sette dea Orsa Maggiore (1953» di Duilio Coletti e Vogliamoci bene (1950) di Paolo W. Tamburella.
Come si vede, con Ghezzi ce né proprio per tutti i gusti “di tutto, di più!”, potremmo dire, e – come al solito – crediamo non ci sia neanche il tempo di annoiarsi!
Cosa pretendere di più da un festival?
Nino Genovese
©”Parentesi” anno VI n. 26 luglio/agosto 1994
>