Associazione Culturale Parentesi

Fondata a Messina nel 1989.- “Parentesi” Rivista bimestrale di politica, economia, cultura e attualità diretto da Filippo Briguglio. Reg. Trib di Messina 18/02/1989. Iscritto nel Registro Nazionale della Stampa con n°3127 Legge 5881 n° 416.

Fatti e Misfatti- Messina: Palazzo dei Leoni

LA PROVINCIA DEI “MIRACOLI”

di Adele Fortino

Una buccia di banana, l’hanno definita gli amanti dei luoghi comuni. Un incidente di percorso, è stato detto dai più benevoli. Un inaudito segnale di prepotenza hanno tuonato gli intransigenti. Certo è che la delibera con la quale la Provincia di Messina ha acquistato 462 foto poster, raffiguranti paesaggi, pagandole 772 mila lire l’una, finita sui tavoli della magistratura, ha provocato il più grande sconquasso che la città dello Stretto ricordi, dal dopoguerra ad oggi. E già. Perché le dimissioni del presidente della Provincia, Giuseppe Naro e del sindaco, Mario Bonsignore, entrambi democristiani della sinistra astoniana, hanno fatto crollare di un colpo quella famosa sbandierata stabilità amministrativa, di cui la classe politica messinese andava fiera. La città palude, sonnacchiosa e rassegnata, improvvisamente è stata preda di un sussulto nel registrare che lo scardinamento del blocco monolitico costituito dal potere democristiano di Giuseppe Astone, supportato dalla posizione subalterna dei socialisti vicini all’onorevole Nicola Capria e lasciato prosperare da una opposizione strutturalmente fragile, sta dando i suoi frutti. Si è svegliata infatti la magistratura (tendenzialmente letargica a parte qualche lodevolissima eccezione), ha preso gusto a fare una vivace informazione la stampa siciliana, spesso appiattita e distratta, è in fibrillazione la società civile stanca di essere discriminata in ‘figli’ prosperosi e ‘figliastri1 deperiti. Il panico, per contro si è impossessato della classe politica, finora convinta di essere tutelata dalla robusta corazza dell’impunità, chiusa al ‘nuovo’ da una sorta di paranoia del potere la cui arroganza ha travalicato qualsiasi possibile limite. L’inchiesta delle foto d’oro, nelle mani del sostituto Franco Langher sta procedendo ed è difficile ipotizzare quale esito avrà. Una cosa al momento attuale è certa: la Worldvision Enterprises S.r.l. di Massimo Piccione (socio di fatto e figlio del titolare del Tele tirreno) secondo quanto appurato dal magistrato ha venduto svariati stock di poster a diversi enti pubblici, spesso in coincidenza di competizioni elettorali: non soltanto alla Provincia regionale ma anche all’Apit e all’Assessorato regionale al Turismo retto dall’andreottiano Giuseppe Merlino, per un totale complessivo che supera i due miliardi di lire. È proprio intuendo un perverso meccanismo che, a suo tempo, i pretori Mastroeni e Siciliano ipotizzarono il reato di corruzione o di estorsione e spedirono l’intero incartamento alla Procura. Al momento in cui il giudice Langher sequestrò presso la Provincia regionale le foto incriminate, tutto faceva presagire sviluppi clamorosi; ma le precipitose dimissioni del presidente Naro, bloccarono d’un colpo il provvedimento di sospensione deciso dal magistrato. La prova del nove di tale ragionamento è costituita dalle (inizialmente) incomprensibili dimissioni del Sindaco Bonsignore, in questo momento nel vortice di una serie di inchieste giudiziarie che vanno dallo scandalo degli arredi d’oro (acquistati dal Comune per rendere più confortevole la vita di alcuni assessori nei propri uffici) ai contributi erogati ad una centrale del latte non più funzionante da anni; dal servizio autobotti a quello relativo al trasporto-allievi dato in appalto a ditte ‘amiche’, senza regolare gara. Quisquilie queste, a fronte del sequestro da parte della Procura di Messina di tutti gli atti concernenti i presunti 1120 miliardi spesi in opere pubbliche (molte delle quali assolutamente inutili) ed erogate (dall’87 all’89) dal Consorzio del Mela, diretto dal democristiano Carmelo Gullotti. Strade, superstrade all’americana, ponti, cementificazione di torrenti e quant’altro, sarebbero stati dati prevalentemente in appalto alla ditta “Benedetto Versaci” (il cui titolare Antonino è presidente, anche lui dimesso! dell’Associazione Industriali) spesso supportata, in qualità di progettista dall’ing. Beppe Rodriquez. Tanto Versaci quanto Rodriquez sono legati al gruppo astoniano. Infine, un pezzo di Tangentopoli lambisce Messina: è finito nel mirino della magistratura il parcheggio sotterraneo di Taormina appaltato ad un pool di imprese (la “Cogefar Impresit” di Milano, la “Fondedile Icla” di Napoli e la “Studi e Progettazione”di Messina) per 105 miliardi e assegnato con licitazione privata. L’indagine tesa a verificare eventuali irregolarità, quali turbativa d’asta o elargizione di tangenti, è attualmente allo studio del sostituto procuratore Carmelo Marino. Quanto ad una seconda inchiesta pochissimo è trapelato attraverso la cortina di silenzio calata negli uffici del Rettorato dell’Università di Messina. Si sa per certo comunque che il nucleo di polizia giudiziaria dei Tribunali di Milano e di Messina hanno sequestrato per ben tre volte atti relativi ad un appalto, erogato dall’Ateneo alla “Grassetto” di Ligresti per lavori eseguiti all’interno del Policlinico, che ammonterebbe ad oltre 30 miliardi di lire. Ce n’è abbastanza per disorientare una città abituata a stare in pantofole. Nessun amministratore firma più alcunché, tutto si è fermato in una sorta di sospensione che appare senza fine. Chi detiene il potere oggi nella città dello Stretto comprende che sta venendo a mancare il collaudato consenso, che è crollato il sistema di certezze e che gli spazi di manovra si sono ampiamente ristretti. E tutto ciò forse a causa della sommatoria di tre elementi: l’effetto Di Pietro sulla magistratura, l’effetto ‘G’ (Galipò transfuga dalle fila astoniane e teso alla strutturazione di un’area tutta sua) che oltre alla DC colpisce anche altri partiti e infine l’effetto preferenza unica che ha menato un fendente di taglio su un granitico sistema di sicurezze. ■

Adele Fortino

“Parentesi” anno IV n.20 settembre-ottobre,novembre/dicembre 1992

 

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