Associazione Culturale Parentesi

Fondata a Messina nel 1989.- “Parentesi” Rivista bimestrale di politica, economia, cultura e attualità diretta da Filippo Briguglio. Reg. Trib di Messina 18/02/1989. Iscritto nel Registro Nazionale della Stampa con n°3127 Legge 5881 n° 416.

incontro al Liceo scientifico “Archimede” di Messina con docenti e gli alunni per raccontare gli inserti della Rivista”Parentesi”

Liceo scientifico "Archimede"

Scuola e ambiente, incontro con Filippo Briguglio, direttore della rivista Parentesi. Carlo Gregorio, autore di un pamphlet su Fiumedinisi e con il sindaco dott.Francesco Coglitore. Interventi del preside Ettore Gatto   e del prof. Fortunato Pergolizzi, stimato docente di Storia dell’arte dello stessi liceo

 

Liceo scientifico "Archimede"                  Liceo scientifico "Archimede"Liceo scientifico "Archimede"

Nell’ambito di un programmato rapporto tra scuola e ambiente, nell’aula magna del liceo scientifico «Archimede» di Messina, le classi delle sezioni A e B, hanno partecipato ad un incontro con Carlo Gregorio, autore del volume «I tesori di Fiumedinisi», frutto di una lunga e analitica ricerca testimoniale.
Presentato dal professor Fortunato Pergolizzi, promotore della manifestazione, presenti il preside Ettore Gatto, il sindaco del centro collinare, Francesco Coglitore, e il direttore della rivista «Parentesi», Filippo Briguglio, l’autore ha illustrato la sua opera, con l’ausilio della proiezione di diapositive, per sottolineare la prolusione tesa ad evidenziare le poco conosciute immagini di un centro abitato che ancora conserva un tessuto urbano dall’impianto rinascimentale.
Ma l’autore dava anche rilievo alle origini dell’insediamento umano in quelle terra, risalente all’età del «mito», così come rievocano i versi di Ovidio, quando cantava di «ninfe» che educavano Dionisio (il dio Bacco) chiamate «Nisiade», e il nome, infatti, stava a indicare i boschi e le città dedicate a Dionisio, a confermare che nel territorio del bacino del Fiumedinisi si produceva un vino considerato un vero nettare degli Dei. Ed era prodotto in tale abbondanza che nel periodo classico, veniva esportato oltre lo Stretto per allietare le mense dei Patrizi romani.
Di Fiumedinisi sono famosi anche i minerali conservati nelle viscere dei monti sovrastati dal massiccio dello Scuderi, custode di un tesoro mai ritrovato. Tali giacimenti alimentavano attività legate alla lavorazione del ferro e dei metalli preziosi, come l’oro e l’argento, utilizzati per coniare le monete nel palazzo della Zecca, edificio ancora esistente e suscettibile di essere recuperato con opportuni restauri. E dalle ormai esauste miniere si ricavano lapislazzuli e il rosso cinabro, nonché pietre variegate, usate per costruire edifici e le chiese progettate dal Calamech.
Fiumedinisi, in sostanza, custodisce esemplarmente quei valori culturali e naturali che la possono introdurre, a pieno titolo, negli itinerari turistici, così bene proposti ed illustrati dalla rivista «Parentesi» con i propri inserti: ultimo appunto quello realizzato dal suo direttore Filippo Briguglio, che in questa circostanza lo ha gratuitamente distribuito a tutti i presenti.
Non a caso, nel 1787, Goethe ne citava le bellezze, ancora oggi immutate. L’interesse suscitato dall’appassionata relazione dell’autore porterà gli alunni ad una visita guidata dei luoghi citati.

Fortunato Pergolizzi

Gazzetta del Sud – arte e cultura
4 Gennaio 1991

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