Associazione Culturale Parentesi

Fondata a Messina nel 1989.- “Parentesi” Rivista bimestrale di politica, economia, cultura e attualità diretto da Filippo Briguglio. Reg. Trib di Messina 18/02/1989. Iscritto nel Registro Nazionale della Stampa con n°3127 Legge 5881 n° 416.

“Parentesi” I nostri reportage – Comune di Francavilla di Sicilia – Provincia di Messina

 

LA “SIGNORA “DELLA VALLE

di Filippo Briguglio

In perfetta simbiosi tra antico e moderno multiformi e diversificati processi evolutivi si innestano a un passato ricco di storia, rievocato dai monumenti antichi, e suggestive tradizioni, la più significativa delle quali è la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo.

 

Una fontana zampillante proprio davanti al Municipio è, forse, la prima cosa che colpisce giungendo nella piazza del centro storico. A dire il vero la fisionomia dell’intera piazza, pulita, ordinata e tuttavia non statica, non immobile, polarizza l’attenzione. L’ombra di un antico edificio con stemma, al quale è poggiato il cartellone di una recente manifestazione sportiva, la Miniolimpiade, è tradizionale punto di ritrovo. Di fronte, la chiesa della SS. Annunziata, funzionante da Cattedrale, costruita in pietra arenaria intorno al 1500; accanto ad essa una linda piazzetta, (sorta sulla sopraelevazione realizzata con la copertura di una fiumara che divideva in due il paese e all’interno della quale trovano ospitalità la palestra e il garage comunale), con panchine, un campetto di giochi, alberi ed aiuole ben curati, la cui manutenzione è affidata ad una locale cooperativa di giovani. L’ingresso del Municipio e dell’antico edificio: di fronte, un fresco ed ombreggiato chiostro, lateralmente, una scala conduce ai piani superiori: al primo è attualmente ubicata la Pretura in attesa di essere trasferita in un moderno plesso in costruzione nella parte nuova del paese, al secondo si trovano gli uffici del Comune.
L’edificio è l’ex – Badia o Monastero delle Corradine di S. Teresa, uno dei cinque anticamente siti in Francavilla, sorto nel 1675 per volontà del Visconte Ruffo, dove il Comune trasferì la sua sede cooptandola con quella precedentemente avuta dal 1866 nei locali dell’ex- Convento dei Carmelitani; nel 1929-1930 tutto lo stabile fu ristrutturato e oggi ospita anche la caserma dei Carabinieri, il comando dei Vigili Urbani, la Biblioteca Comunale. Due manifesti, affissi negli uffici a cura dell’Amministrazione Comunale per una campagna di civica educazione, attirano lo sguardo: “ARIA DI VITA. LA CITTA’, IL PAESE, L’AMBIENTE TENIAMOLI PULITI”. “NON SPRECARLA. L’ACQUA POTABILE E’ UNA RISORSA LIMITATA”. Ritorna in mente quello zampillo della fontana: l’acqua è una delle primarie risorse del paese! Francavilla, infatti, possiede il proprio acquedotto comunale che, attingendo direttamente da una falda acquifera dell’Etna, ha risolto permanentemente il problema idrico, piaga di moltissimi comuni siciliani, assicurando abbondante rifornimento d’acqua 24 ore su 24 anche in periodi di sovrappopolazione, come quello estivo, con grandissimo beneficio, oltre che locale, a tutto vantaggio del turismo. Girando per il paese si ha l’impressione di una ricerca costante di simbiosi tra l’antico e il moderno, di una miscellanea tra cose del presente e sapori del passato. Strade pulite, ordine, tranquillità, l’ospitalità della gente, begli scorci paesaggistici danno un’immediata sensazione di efficienza e di benessere. Francavilla, sede mandamentale di pretura, sede del centro zonale Esa, del consorzio di bonifica, del distretto scolastico, è il polmone della Valle dell’Alcantara, l’anello di congiunzione tra una solida realtà interna in continua evoluzione e l’immagine di dinamismo proiettata verso l’esterno attraverso il progresso economico e sociale e ambizioni di sviluppo turistico volto in direzione della valorizzazione delle risorse ambientali e dei beni artistici e culturali della città.
Il centro abitato ed il territorio si sviluppano su una superficie complessiva di circa 8.000 mq. il piano regolatore generale ha vincolato ampi spazi di verde e previsto la crescita edile urbana in modo tale da amalgamare le nuove costruzioni col vecchio abitato in un’ottica di funzionalità ed omogeneità .
Il metano è presente in tutte le case attraverso l’istituzione di un servizio di fornitura, come pochissimi altri comuni del comprensorio siciliano; mentre l’energia elettrica è erogata direttamente dal Comune che l’acquista dall’ENEL, la distribuisce e la fattura agli utenti servendosi di un modernissimo impianto computerizzato di elaborazione dati. Sono inoltre assicurati un efficiente servizio igienico-sanitario e servizi sociali tra cui l’asilo nido, di recentissima costruzione, l’assistenza domiciliare mentre sono previsti il consultorio familiare di prossima apertura e la realizzazione di una casa – albergo per anziani. La popolazione abituale è di circa 6.000 abitanti, che quasi raddoppiano in estate; la presenza, oltre alla scuola dell’obbligo, del liceo scientifico assicura il perpetuarsi di una valida base culturale favorendo nel contempo la presenza dei giovani, (che hanno il loro punto di riunione nella piazza nuova del paese e la possibilità di uno sbocco alternativo ricreativo nella vicina Giardini), verso i quali è rivolta costante attenzione. Ne è esempio l’annuale Miniolimpiade, cui partecipano gli studenti della scuola media di Francavilla, dei paesi della valle e dintorni, giunta alla sua quinta edizione e pensata come “ideale aggancio con le olimpiadi elleniche per contribuire e recuperare, attraverso attività sportive e culturali, valori dei secoli scorsi per consegnare al futuro della valle un’immagine di convivenza umana basata sul rispetto delle persone, delle idee e delle orme storiche”. Recente è la sistemazione dell’impianto sportivo con campi di calcio, pallacanestro e pallavolo mentre nei programmi rientra la costruzione della piscina e, mirata come fonte di richiamo turistico, la realizzazione di un campo di golf a 18 buche fruibile, durante tutto l’anno, per gare internazionali, che sarebbe il primo e unico nella Sicilia orientale. Nei progetti dell’Amministrazione rientra inoltre il perfezionamento del piano di viabilità che consenta l’eventuale chiusura del centro cittadino svincolandolo dal traffico di passaggio e la realizzazione, nell’antico Palazzo Cagnone in fase di acquisizione al patrimonio del camune, di una grossa biblioteca, di un centro studi per i giovani e del Museo demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale della Valle dell’Alcantara che consentirebbe di portare in città i numerosi reperti archeologici ritrovati nel territorio, testimonianza delle sue antiche origini, attualmente custoditi nel Museo archeologico di Siracusa.
Francavilla, però, non va raccontata solo per questi suoi multiformi e diversificati processi evolutivi. Essa infatti vanta un ricco passato di storia e tradizioni rievocato nei caratteristici angoli di sapore antico, nel patrimonio artistico (di cui fanno parte tesori riconosciuti monumenti nazionali) che con le sue chiese, le opere d’arte, i ruderi è emblema di gloriosi secoli, nella riproposizione di manifestazioni antiche, la più rappresentativa delle quali è la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, nella stessa banda musicale “Vincenzo Bellini” di secolare tradizione, pregio e vanto della cittadina sotto la direzione, nel tempo, di abili maestri e tutt’ora oggetto di consensi tanto da aver ricevuto il “Premio Tindari ‘89”.
Origini e Storia
Francavilla trae il nome, probabilmente, dall’esonero del pagamento di tasse e imposte, da franchigie e privilegi di cui godettero i suoi abitanti essendo il territorio rimasto in possesso per lungo tempo della monarchia quale terra demaniale. Come tutta la Sicilia, infatti, essa fu dominio di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Latini e Catalani e, in epoche più recenti, dei Balsamo, dei Ruffo, degli Oneto, degli Sperlinga, dei Majorca – Mortillaro.
Il ritrovamento di reperti archeologici del V sec. a.C. (attualmente custoditi nel Museo Archeologico di Siracusa) fa supporre la preesistenza di un insediamento greco nel luogo ove sorge attualmente l’abitato.
Notizie storiche certe fanno risalire le origini all’età normanna quando, verso il 1130, il territorio di Francavilla veniva ceduto in feudo da Ruggero II al figlio Guglielmo I quale ricompensa per le imprese compiute contro Onorio II, imperatore d’Oriente.
Nel 1535 la cittadina fu barattata da Carlo V con Taormina e ceduta ad Antonio Balsamo, nobile messinese. Con lui e col nipote Jacopo Ruffo raggiunse il massimo splendore: si costruirono case, si ampliarono strade, si arricchì di fontane e statue. Nel 1678 il Comune fu dichiarato città del re di Sicilia Carlo II. Celebre è la battaglia del 20 giugno 1719 fra spagnoli ed austriaci che si scontrarono nella valle dello Zavianni e che si risolse con perdite secche per entrambi. Gli storici scrivono che in un solo giorno morirono 6.000 soldati e secondo la tradizione locale si narra che “il sangue fosse stato versato così copiosamente da tingere di rosso le acque dello Zavianni e del S. Paolo e dell’Alcantara di cui i primi due sono affluenti”.
Feste e Tradizioni
La Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo.
E’ la manifestazione più importante e significativa, poiché in essa si fondono, in un tutt’uno armonico, religione e folklore creando un suggestivo spettacolo di irripetibile fascino e di indubbio richiamo turistico, unico nel suo genere in Italia e all’Estero.
L’origine della festa risale al 1790 quando, ad opera di padre Silvestro, sacerdote, veniva organizzata una sfilata di bambini che impersonavano Cristo, la Madonna, i Sacerdoti dando vita a scene molto semplici che, nel 1865, un altro sacerdote, Padre Gaetano Calabrese, ampliò e completò dando l’assetto attuale. La Sacra rappresentazione si svolgeva ogni sette oppure ogni quattro anni e gli attori erano, senza alcuna distinzione sociale, gli stessi abitanti del paese per i quali partecipare era considerato titolo di onore e privilegio. Dopo circa venti anni dall’ultima edizione la manifestazione è stata riproposta, con largo coinvolgimento e impegno di popolo, nel 1985 dall’attuale sindaco, Prof, Salvatore Puglisi, ripetuta nel 1987 e già programmata per il 1990. I protagonisti, circa una cinquantina, ed i figuranti, oltre quattrocento, scelti secondo la tradizione tra gli abitanti di ogni età e ceto sociale, danno vita alla articolata rappresentazione di tutta la Passione di Cristo attraverso numerosi quadri mobili, alcuni su carri altri a piedi,approntati con meticolosa cura posta nella realizzazione degli abiti, nella fedele ricostruzione di scenari ed armature in parte commissionati agli studi cinematografici di Cinecittà in parte preparati da sarti e artigiani locali. La lunga sfilata si snoda nel centro storico del paese, trasformatosi per l’occasione in un immenso teatro, attraverso ali di folla assiepati lungo le strade, i balconi, le terrazze che costituiscono una immensa ed affascinata platea.
Il Carnevale
Si svolge, ormai da un secolo, nell’arco di una settimana per le vie cittadine, con giochi, scherzi e balli in maschera che vedono ancora oggi accomunati, secondo l’antico spirito della tradizione, giovani ed anziani, persone “importanti” e gente “comune”.
Caratteristica, perché unica nel suo genere e continuamente diversa, è la serata conclusiva con “a cianciuta di re carnalivari” su di un carro seguito da “piagnoni” e da gruppi in maschera che sfilano “piangendo” la fine della festa accompagnati dalla tradizionale “fasuledda” intonata dal corpo bandistico.
Festa di S. Euplio e di S. Barbara
Sono i patroni della città; ad essi sono dedicati i due alteri principali del transetto nella Chiesa della SS. Annunziata.
La festa di S. Euplio (“San Tropu” come lo chiamano i francavillesi), diacono martire arrestato in territorio di Francavilla in una contrada che tutt’oggi porta il suo nome e decapitato a Catania il 12 agosto 300 a.C., che si svolge l’ultima domenica d’agosto con la processione che porta il fercolo del Santo in giro per il paese, conclude le manifestazioni di carattere culturale e ricreativo dell’Estate francavillese articolate durante tutto il mese.
La festa di S. Barbara, invece, ha luogo il 4 dicembre.
Nel passato nei festeggiamenti, che duravano una settimana, si inserivano anche due grosse fiere del bestiame una delle quali, quella di S. Euplio la più importante, è attuata ancora oggi.
Cosa c’è da vedere
Un forte richiamo per la vita monastica e clericale è testimoniato dalle numerose chiese, circa una ventina, delle quali 5 ancora in attività le altre sconsacrate o diroccate, e dei 5 conventi originariamente presenti nel paese e gestiti da altrettanti ordini religiosi: il più antico convento, intitolato a S. Salvatore della Placa, è quello dei monaci Basiliani edificato per volere di Ruggero il Normanno su una roccia chiamata Badiazza di cui restano i ruderi; vi sono poi quelli dei Cappuccini e dei Carmelitani, delle Corradine di S. Teresa (attuale sede di uffici pubblici del quale si è già detto), degli Agostiniani.

Il Convento e la Chiesa dei Cappuccini
Il Convento, l’unico ancora in attività nel comprensorio della Valle dell’Alcantara oggi abitato da un solo frate, Padre Concetto, sorge su una collinetta di natura alluvionale sulla penisola di confluenza della fiumara del torrente Zavianni con il S. Paolo al centro dei luoghi dove nel 1719 si svolse la cruenta battaglia tra Spagnoli ed Austriaci. Fu fatto costruire nel 1570 da visconte Antonio Balsamo e successivamente arricchito dai Ruffo. Nel 1600, per l’aumentato numero dei frati, venne costruito il piano rialzato. Gli stipiti delle finestre e delle porte sono in pietra arenaria.
Antistante il Convento sorge il Cimitero comunale, opera dell’architetto Leone Savoja lo stesso che progettò il Gran Camposanto di Messina. All’interno del Convento è possibile vedere la cucina con stoviglie d’epoca mentre nei locali del vecchio refettorio è stato realizzato un piccolo museo di reperti rari tra cui un antico telaio completo e funzionante.
La Chiesa è ricca di opere d’arte. Numerose le tele, di epoche successive, tra le quali l’Ecce Homo di fr. Sebastiano da Gratteri, quinto cappuccino di Sicilia, che si servì come colori di mattoni pestati ed erbe.
La Cappella della Madonna delle Preci era la tomba di famiglia dei Balsamo e dei Ruffo. L’altare è lavorato in legno scolpito e pitturato ad imitazione del marmo, al centro una tela della Vergine col Bambino attribuita alla scuola di Antonello da Messina.
Intarsi floreali di fr. Mariano Tatì di Francavilla completano l’insieme.
L’Altare maggiore, del ‘600, è anch’esso in legno ad imitazione del marmo; il tabernacolo in legno di noce minuziosamente lavorato; la statua lignea dell’Immacolata di fattura settecentesca è alta più di 2,50 metri.
La Sagrestia del 1859, tutta un intarsio di elementi floreali ed animali, è il capolavoro di frate Mariano, al secolo Antonino Tatì nato a Francavilla nel 1809, morto nel 1881, autore anche di opere in altre chiese dei Cappuccini in Sicilia.
La Chiesa della SS. Annunziata, attuale cattedrale risale al 1550, posteriore (1680) è il completamento della facciata e del campanile; nel 1904 subì un notevole restauro agli intonaci esterni ed interni, nel 1930 la Curia di Messina finanziò il restauro del tetto, del soffitto, la nuova sagrestia e l’interno del campanile in cemento armato. Pregevoli sono all’esterno la porta della navata laterale sinistra e il basamento del campanile in pietra arenaria. All’interno l’Altare maggiore in marmi policromi con bassorilievo argenteo del ‘700 di arte siciliana e numerosi altri manufatti di argentieri siciliani custoditi insieme a paramenti sacri di gran valore per stoffe e ricami.
La Chiesa del Carmine sorge sul costone che dal Castello scende verso il piano e, su un’area di circa 400 mq. forma un unico corpo con l’annesso edificio che ospitava il convento dei Carmelitani. Alla Chiesa, fatta restaurare nel 1902 dal conte Luigi Majorca e Mortillaro, si accede da una gradinata cui fa sfondo il prospetto classico con colonne e capitelli uniti da un frontone triangolare.
Del vecchio convento, edificato nei primi anni del XVII secolo, oggi restano solo i muri. Esso rimase in attività religiosa sino al 1866 quando, a seguito di una legge del governo italiano che soppresse gli antichi ordini religiosi incamerandone i beni, divenne proprietà del comune ospitandone gli uffici, le scuole elementari maschili e la pretura con carcere mandamentale. Dopo il trasferimento degli uffici pubblici nell’attuale sede dell’ex-Badia, l’ex-convento rimase in stato di abbandono sino al 1934 quando fu ceduto alle suore del Preziosissimo Sangue che tutt’ora, nell’edificio completamente ristrutturato, gestiscono l’asilo infantile.
La Chiesa Matrice, del XV secolo, sorge nel quartiere Contarato, il più antico del paese, alle falde del Castello normanno. Inalterati, nella facciata recentemente restaurata ad intonaco, si possono ammirare il rosone in stile gotico e l’artistico portale ogivale datato 1493 scolpito in pietra arenaria da esperta maestranza locale.
All’interno l’altare maggiore con tabernacolo di scuola gaginiana. Sul lato destro dello spiazzo antistante, al posto del vecchio campanile, nel 1852 su progetto di Leone Savoja è stato costruito il nuovo con base in pietra lavica e la cella campanaria coperta da cupola con elementi di pietra arenaria dura e finestre ovali al centro.
Il Ponte di S. Maria delle Preci costruito nel 1585 in pietra lavica dalle maestranze locali, con al centro una effigie pure in pietra recentemente trafugata, unisce la collinetta su cui sorge il Convento dei cappuccini al paese e immette al Cimitero comunale antistante il Convento.
La Fontana S. Paolo è antistante l’omonima chiesa del XV secolo. La sua origine viene fatta risalire anteriormente al 1670, ma essa fu rifatta per disposizione testamentaria del 1674 del visconte Giacomo Ruffo e completata qualche anno più tardi. La parte più ragguardevole è la statua in marmo che la sovrasta, raffigurante una giovane donna allegoria di Francavilla, che si attribuisce alla scuola dello scultore Antonello Gagini.
La Fontana “Vena”, quattrocentesca, è la più antica della città. Chiamata dei “18 schicci” dal numero delle uscite d’acqua fu la primaria fonte di approvvigionamento degli abitanti.
I Ruderi del Castello Feudale sono oggi un incantevole belvedere sulla città, sulla vicina Castiglione e sulla Valle. Le origini del castello risalgono al 1100 quando il re Ruggero il Normanno creò la contea di Francavilla e sul colle fece edificare, in posizione strategica in quanto accessibile solo da due lati, il castello turrito che dominava tutta la vallata dell’Alcantara.
Il “Borgo”, ovvero l’antico quartiere Contarato, nella parte più vecchia del paese, è situato ai piedi del Castello, di fronte alla Chiesa Matrice. E’ caratterizzato dalle case a schiera con piano terra, solitamente adibito a stalla, collegato attraverso una scala esterna in muratura al primo piano, sede dell’abitazione vera e propria, servita da un ballatoio ricco di vasi traboccanti di fiori e piante.
Caratteristiche sono poi tutte le viuzze del centro storico, rimaste intatte, che offrono spunto per scorci suggestivi e talune delle quali si allargano sino a formare cortili dove è possibile trovare palazzi antichi di varie epoche come quello dei Prescimone, degli Sgroj, dei Cagnone.
I Dintorni
Proprio sotto il Castello incantevoli sono le zone paesaggistiche offerte dal fiume Alcantara che si articola in piccole cascate che anticipano la bellezza delle gole raggiungibili dopo 5 Km.
Poco lontano il Monte Mandrazzi con il suo bosco di conifere e latifoglie.
Economia
Alla produzione agrumicola e all’artigianato si affianca oggi la produzione industriale soprattutto con la creazione di due cartiere. Lo sviluppo dell’offerta turistica, organizzato al meglio, è considerato di primaria importanza come gettito di introiti per la città e la vallata.
Caratteristiche, tra i vari lavori artigianali, le pirografie, disegni impressi a fuoco su legno e sughero.

MINIGUIDA
Altezza sul mare: 329 m. s.m.
Superficie: 82,10 Kmq.
Abitanti: circa 6.000
Monumenti: Fontana S. Paolo, Fontana Vena, Ponte S. Maria delle Preci, ruderi del Castello Feudale e del Convento dei monaci Basiliani.
Chiese: Convento e chiesa dei Cappuccini, SS. Annunziata, Carmine, Matrice, S. Paolo.
Feste: Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, Carnevale, S. Euplio, S. Barbara.

Come Arrivare
Dista circa 70 Km. Da Messina. Si percorre l’autostrada ME-CT sino allo svincolo di Giardini –Naxos (Taormina Sud uscita); quindi si risale la Valle dell’Alcantara per circa 20 Km. Attraverso una strada a scorrimento veloce.
Dove mangiare e dove dormire
Trattoria “RAPISARDI”, ottima e genuina cucina casalinga a prezzi modici; “LA CANTINA”; ristorante, “IL PALMENTO”, “D’ORANGE”. Alberghi: Hotel d’Orange, Centrale.

Filippo Briguglio

” Supplemento al n.4 di “Parentesi”(Settembre-Ottobre 1989

  • Le parti segnate in grassetto  riguardono notizie storiche estrapolate  da: Francavilla Sicilia – Leggende e storia di Giuseppe Ragno – Edizioni “Dimensione 80” Roma1981

 

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