Associazione Culturale Parentesi

Fondata a Messina nel 1989.- “Parentesi” Rivista bimestrale di politica, economia, cultura e attualità diretta da Filippo Briguglio. Reg. Trib di Messina 18/02/1989. Iscritto nel Registro Nazionale della Stampa con n°3127 Legge 5881 n° 416.

La pittura di un’artista messinese analizzata dal punto di vista psicologico

Dualità artistica di Carolina Gulino

di Aldo Nigro

In un vecchio lavoro presentavo il linguaggio come feedback comportamentale: invero, abituati al processo di analisi siamo portati ad indicare una sola «funzione delle cose, mentre possono averne contemporaneamente diverse. Cosi, il linguaggio prima ancora — o proprio per questo — di essere mezzo di comunicazione e di intesa con l’altro serve a controllare e rendere efficace il comportamento, cioè il nostro modo di essere nella realtà.
Proiettando all’esterno il piano operativo, costituendo il contesto in cui ci si deve muovere, si realizza il linguaggio, determinando la possibilità della comunicazione, volta a creare il «comune».
Allo stesso modo, l’artista crea l’opera per intimo bisogno, per presentare al suo sguardo, od al suo orecchio, quanto è riuscito ad intendere della realtà: va subito osservato che realtà è quanto esiste per proprio conto, quanto, quindi, pur prodotto dal nostro essere, può da questo essere separato per essere obiettivato, codificato, all’esterno. La percezione della realtà esterna, possibile poi secondo alcune linee costitutive tratte dall’organizzazione esterna, avviene mondo disposizioni interne, secondo meccanismi propri della recezione: questa percezione è elemento utilizzabile vanamente per costruire cose anche diverse, donde l’opera della fantasia, che è creazione, cioè
disposizione in modo diverso dal reale (il «World 3» di J. Eccles). Ora tutto questo può essere «materializzato», traducendone il significato informatico, con una creazione che usa elementi materiali esterni: da qui l’opera dell’artista che e per prima cosa una realizzazione, codificazione, della propria fantasia. La realizzazione, poi, serve, come feedback dell’immaginazione, a controllare e riordinare in modo nuovo quanto, ormai esterno, viene ad essere conosciuto attraverso le via sensitive e riportato all’interno: il confronto fra immaginazione ed il prodotto esterno percepito consente appunto questo controllo. Allora, l’artista prende dall’esterno gli elementi che vede e sente in un certo modo: riorganizza questi elementi in maniera assolutamente nuova secondo le sue necessità e riporta fuori questo «elaborato».
È quanto credo si possa osservare esaminando la pittura della Gulino la tecnica innovante deve tentare di fornire elementi di facimento, di realizzazione più completa, che sono proprio nell’animo dell’artista, che non ha solo una rappresentazione finale della figura, ma avverte il bisogno di «dar vita» a questa figura e quindi a costruirla: è un genere di pittura che direi scultorea, perché opera la fusione della visione e del tatto, che avverte lo «spessore» della realtà.
Allora, questa pittura conserva anche una dimensione locale, Messina, che è tale perché sullo Stretto, in grado cioè di «capirsi» perché si vede, prima di essere riflessa nel mare, riprodotta sull’altra sponda: il carattere bigemino, duale, di Messina è fuori discussione Cosi è della produzione dell’artista Gulino che unisce le due possibilità conoscitive per dare una creazione artistica, che fonde la tecnica all’arte, è poi la stessa cosa: fonda, cioè, l’immaginazione con la copia saputa creare dall’operosità della mano.
Aldo Nigro
“Parentesi” anno I n.1 marzo/aprile 1989

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